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“Crossing the color line – healing from the past”, il nuovo lavoro cinematografico di Sabrina Onana sulla vita dei migranti

Roma, 10 ottobre 2022 – Mentre i discorsi politico-mediatici si concentrano sulla “crisi migratoria”, le policies ad essa legate o i fatti di cronaca che coinvolgono “gli immigrati”, nella seconda parte del docu-film “Crossing the color line – healing from the past” gli Afrodiscendenti italiani si esprimono in
prima persona su queste tematiche (rese) controverse.

Portatori di un background migratorio, e quindi di una doppia eredità, ma anche dello stigma dell’immigrato per il loro aspetto fenotipico in un paese in cui identità nazionale e “bianchezza” sono ancora indissociabili nell’immaginario collettivo, gli “Afro-italiani” – la cui presenza non è ancora normalizzata – sono spesso percepiti come turbatori dell’equilibrio etnico-culturale del loro paese, che mette in dubbio la loro italianità e li considera come una presenza esogena che deve “integrarsi” e non “comunitarizzarsi”, oppure “tornarsene nel proprio paese”.

Al di là delle categorie e delle teorie, questo documentario vuole offrire la possibilità di accedere direttamente alle storie, alle preoccupazioni e ai bisogni di una minoranza il cui vissuto ci consente di comprendere l’ancoraggio nazionale di movimenti sociali globali come l’afro-femminismo o l’antirazzismo, informandoci al tempo stesso sulle specificità del contesto italiano.

Passato e presente si intrecciano attraverso le esperienze delle persone intervistate e gli excursus storici sulla storia coloniale italiana ed europea, permettendoci di capire non soltanto come si é venuto a creare nel corso dei secoli l’Altro, l’Africano razzializzato, ma anche il modo in cui questa percezione continua ancora oggi a strutturare il senso comune e le esperienze individuali.

In un mondo ormai iperconnesso e globalizzato è ancora possibile opporre un “Noi” ad un “Voi” in modo antagonistico? Ad ogni modo urge comprendere le conseguenze contemporanee di un passato collettivo che ha lasciato un segno nelle coscienze individuali e nazionali. Un segno che deforma i rapporti con sé stessi e con gli altri e dal quale, ancora oggi, si cerca di guarire.

Italo-camerunense d’origine, nata a Parigi e cresciuta a Napoli, Sabrina Onana è una studentessa di 24 anni laureata in Scienze Sociali e Politiche all’Università PSL-Paris Dauphine di Parigi e in Sociologia contemporanea all’Ecole Normale Supérieure Paris Saclay e alla Sorbona. Durante il suo ciclo di studi ha sviluppato un interesse spiccato per le questioni sociali e politiche, in particolare quelle legate alla costruzione identitaria dei figli di immigrati afro-discendenti nelle società occidentali europee. Ha infatti scritto la sua tesi di laurea sugli Afro-italiani. Appassionata di fotografia, disegno e pittura, Sabrina dirige diversi progetti artistici a scopo culturale e sociale.

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