Roma – 21 agosto 2012 – In Italia le imprese gestite da stranieri sono 454mila e producono quasi 76 miliardi di euro, pari al 5,5% dell’intera ricchezza prodotta a livello nazionale.Lo sottolinea uno studio della Fondazione Leone Moressa sull’apporto economico delle attivita’ imprenditoriali condotte dagli stranieri in Italia.
L’edilizia e’ il settore che tra tutti mostra un maggior peso della componente straniera nella creazione del valore aggiunto (il 13,8%) e la Toscana e’ la prima regione in cui il valore aggiunto prodotto da aziende gestite da stranieri e’ piu’ elevato che da altre parti (7,7%). In Emilia Romagna le imprese di immigrati e stranierie producono il 6,7% del pil regionale e in Friuli Venezia Giulia il 6,4%. Al Centro e al Nord il contributo degli immigrati si fa piu’ forte, e al Sud l’incidenza del lavoro straniero arriva appena al 2,5%in regioni quali la Campania e la Basilicata.
Tra tutte le regioni la Lombardia e’ quella in cui la componente straniera produce in assoluto la maggiore ricchezza in termini di valore aggiunto superando i 18 miliardi di euro (quasi un quarto del totale del valore aggiunto prodotto in Italia dalle imprese condotte da stranieri). Segue a ruota il Lazio (con 9 miliardi).
Le imprese degli stranieri si rivelano produttive soprattutto nel settore delle costruzioni, dove si concentra il maggior contributo degli immigrati alla produzione di valore aggiunto: si tratta del 13,8% di tutta la ricchezza creata dal settore. Segue a ruota il comparto del commercio (con il 10,1% della produzione complessiva), la manifattura (6,6%) e i servizi alle persone (6,3%). Ma sono le aziende che operano nei servizi alle imprese che nel complesso concorrono alla creazione della maggiore ricchezza in termini assoluti: infatti si tratta di quasi 21 miliardi di euro (il 27,6% del totale), seguito dai servizi alle persone con 19,7 miliardi di euro (26,1%).
“L’iniziativa imprenditoriale degli stranieri – affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa – ricopre un ruolo fondamentale nella creazione della ricchezza nazionale. Le imprese gestite da stranieri assumono personale, pagano le imposte, contribuiscono alla crescita complessiva del sistema nazionale, anche in periodo di crisi”.
“La loro sempre maggiore vivacità – continuano i ricercatori – fa riflettere sul grado di integrazione degli stranieri nel tessuto economico e sociale, ma deve nel contempo porre l’attenzione sulla necessità di governare adeguatamente il fenomeno: non solo consentendo agli immigrati i medesimi strumenti offerti agli italiani, ma garantendo una concorrenza realmente reale tra tutti i soggetto che operano nel mercato nazionale”.