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Decreto flussi 2019: saranno 30.850 gli ingressi autorizzati da Salvini

Roma, 21 febbraio 2019 – Sta per arrivare il primo decreto flussi dell’era Salvini. Il ministro dell’Interno ha detto sì, ma con alcune condizioni. Nessuna sanatoria, ma sì anche quest’anno a 30.850 ingressi di lavoratori extracomunitari, a patto però che vengano esclusi quelli che provengono da Paesi i cui governi non si dimostreranno “collaborativi” nei rimpatri dei migranti irregolari che non si riesce a rimandare a casa proprio per il rifiuto dei Paesi d’origine a riaccoglierli.
Come anticipato da Repubblica.it, il ministro sta pensando ad una sorta di “black list” che utilizzerà come arma di pressione nel suo prossimo tour in Africa in cui cercherà di concretizzare quegli accordi ai quali lavora con difficoltà da mesi ma finora senza esito: Sudan, Senegal, Mali, Gambia, Costa D’Avorio.
Le quote per il 2019
Le quote 2019 dovrebbero ricalcare, in grandi linee, quelle 2018. Dei 30.850 posti, più della metà (18mila) sono riservati ai lavoratori stagionali, quelli impiegati per lo più nelle aziende agricole per le stagioni del raccolto e che (in teoria) alla fine del contratto dovrebbero lasciare il Paese. Il resto (12.850 posti) sono per i lavori non stagionali, ma anche qui la fetta più grossa (poco meno di 10mila) è riservata alle riconversioni in permessi di lavoro di altre tipologie di permessi. Una voce quest’anno particolarmente ambita per salvare dall’espulsione i tanti minori non accompagnati che compiono 18 anni o quelle migliaia di immigrati, i più integrati, che lavorano già con la protezione umanitaria ottenuta con le vecchie regole e che, nella quasi totalità dei casi, è destinata ad essere revocata per effetto della legge Salvini.
Alla fine di posti per contratti di lavoro subordinato ne rimarrebbero meno di tremila.

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