Roma, 3 maggio 2025 – Il Decreto Flussi 145/2024, convertito in legge nel dicembre scorso, finisce sotto la lente della Corte d’Appello di Lecce, che ha sospeso il giudizio sulla richiesta di proroga del trattenimento di due migranti presso il Centro di permanenza per i rimpatri (CPR) di Restinco, Brindisi.
Il giudice Giuseppe Biondi, consigliere di turno, ha sollevato d’ufficio la questione di legittimità costituzionale del decreto, ravvisando potenziali violazioni degli articoli 77, 25, 102 e 3 della Costituzione. Al centro del provvedimento ci sono due migranti, un cittadino tunisino e uno marocchino, rappresentati dall’avvocato Bartolo Gagliani, il cui ricorso contro il rigetto della domanda di protezione internazionale è ancora pendente.
Tra i nodi critici sollevati dal magistrato:
- la mancanza dei presupposti di necessità e urgenza, richiesti per l’emanazione di un decreto-legge;
- la compressione irragionevole dei diritti difensivi, soprattutto in fase di impugnazione dei provvedimenti di convalida;
- il trasferimento di competenze giudiziarie dalla sezione immigrazione del Tribunale di Roma alla Corte d’Appello, senza adeguata motivazione né coerenza sistemica.
Il giudice Biondi sottolinea inoltre una violazione dell’articolo 3 della Costituzione, riguardante il principio di uguaglianza, e segnala una generale confusione normativa introdotta sia dal decreto originario che dalle modifiche apportate in sede di conversione.
La decisione della Corte d’Appello di Lecce potrebbe aprire la strada a una revisione dell’intero impianto normativo che disciplina i trattenimenti nei CPR e le relative garanzie procedurali per i richiedenti asilo.