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Decreto Sicurezza. ActionAid: “Sulla cittadinanza atteggiamento non riformatore”

Roma, 7 ottobre 2020 – “Solo l’abrogazione dei Decreti sicurezza avrebbe potuto consentire di rimettere al centro i diritti e le persone”.

ActionAid sottolinea come la revisione dei Decreti sicurezza come da comunicato del consiglio dei ministri mostra innegabili passi avanti: la “protezione speciale” che ripristina i livelli di protezione che erano legati alla cosiddetta “umanitaria”, la convertibilità di permessi di soggiorno preesistenti, e la possibilità di ospitare nel circuito a titolarità pubblica di microaccoglienza diffusa, nuovamente, anche i richiedenti asilo sono sicuramente tra le principali novità positive del testo. Da segnalare subito però la perplessità sulla divisione tra rifugiati e richiedenti asilo per l’accesso ai servizi di integrazione nel sistema di accoglienza in capo ai Comuni (Ex Sprar oggi Siproimi) e la necessità di rivedere presto il capitolato di gara che disciplina centri governativi e straordinari, di cui vengono ripristinati i servizi (CAS)”.

Sono ancora diversi gli aspetti fortemente critici che restano del vecchio impianto dei Decreti sicurezza. Oltre alle multe alle ong e alla criminalizzazione del soccorso in mare, almeno due punti sono emblematici: l’iter che scatta al momento dell’ingresso delle persone straniere e l’altro per le persone straniere che invece sono radicate sul territorio da anni. Da un lato infatti le procedure accelerate e di frontiera sono ancora lì e rischiano di perpetuare prassi al limite del diritto e spesso informali, sottratte allo sguardo e alla possibilità di monitoraggio della società civile. Dall’altro il fatto che non si sia neanche tornati ai 24 mesi per l’esame della domanda di cittadinanza – come da legge vigente prima del 4 ottobre 2018 -, mostra un atteggiamento non concretamente riformatore rispetto al primo governo Conte.

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