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Decreto sicurezza: votata la fiducia

Sì della Camera. Scontro in aula tra maggioranza e opposizione

Roma – 15 luglio 2008 – Con 322 sì, 267 no e 8 astenuti, oggi pomeriggio la Camera dei Deputati ha votato la fiducia posta dal governo sul suo emendamento al decreto sicurezza.  Il seguito dell’esame, con la discussione degli ordini del giorno e la votazione finale sul decreto è previsto per domani mattina, a partire dalle nove.

Dopo l’approvazione a Montecitorio, il testo passerà al Senato. Tra le altre cose, ha introdotto un’aggravante di un terzo della pena per chi delinque mentre è irregolarmente in Italia e prevede l’espulsione per chi è condannato in via definitiva ad almeno due anni (prima erano dieci) di reclusione. Punisce inoltre chi affitta casa a un clandestino con la reclusione fino a tre anni e la confisca dell’immobile.

Maggioranza e opposizione si sono fronteggiati in Aula con le dichiarazioni che hanno preceduto il  voto.

"Questa è la strada giusta e la Lega non tornerà indietro. Chiediamo al nostro ministro (Maroni, ndr) di andare avanti con coraggio" ha esordito il capogruppo della Lega alla Camera, Roberto Cota.  Cota ha ricordato che a dicembre, dopo l’assassinio di Giovanna Reggiani, anche il sindaco Veltroni pose la questione della ‘tolleranza zero’ e il governo approvò due decreti, che "furono lasciati decadere per le beghe interne al centrosinistra". Quanto poi alle impronte ai rom, "i patti per la sicurezza del precedente governo parlavano di identificazione dei nomadi".

"Il no dell’opposizione al decreto legge sulla sicurezza non si capisce, è irrazionale" ha affermato Italo Bocchino del Pdl intervenendo in dichiarazione di voto sulla fiducia, sostenendo inoltre che il testo "non contrasta gli immigrati ma la clandestinità che li porta a delinquere e che è criminogena". Sulle impronte, Bocchino ha detto che vorrebbe "che siano prese anche ai miei figli. Perché chi è onesto non ha nulla da temere".

Per Gian Claudio Bressa, vice capogruppo del Partito democratico, "la cultura istituzionale di questo governo è inefficace e pericolosa. Assistiamo ad un crescendo del governo della paura. Sarà vero che la storia non si ripete ma alle leggi razziali si arrivò dopo un censimento dei cognomi ebraici, state attenti a non ripetere la tragica strada. La vostra faccia feroce – ha sottolineato – non può nulla contro la forza della disperazione di chi scappa dalla fame e dall’ oppressione".

Furio Colombo (Pd) ha invece invitato tutti i colleghi deputati a fare  "obiezione di coscienza" non votando il decreto. "Oggi – ha detto Colombo – io dico quello che quando le leggi razziali vennero emanate dal parlamento fascista nessuno ebbe il coraggio di dire. Parlo a nome del popolo rom".

"Non è accettabile un aggravante razziale per i reati commessi dagli extracomunitari, non è ammissibile la schedatura dei bambini Rom con le impronte digitali" ha attaccato invece Antonio di Pietro nella sua  dichiarazione di voto. Per il leader dell’Italia dei Lavori, il decreto è un "provvedimento sicuramente xenofobo, e non a caso Berlusconi si sente oggi il degno prosecutore dei tempi dell’olio di ricino".

Anche l’Unione di Centro ha votato contro. Secondo il capogruppo Pier Ferdinando Casini, "con questi tagli ai fondi per le forze dell’ ordine non si può fare una politica efficace di contrasto alla criminalità". Casini ha criticato  la previsione della "immigrazione irregolare come aggravante", ma ha detto anche che "molte norme di questo testo invece sono condivisibili".

 

EP 

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