Un nigeriano condannato a 3 anni di carcere chiede e ottiene di essere espulso, ma il provvedimento esecutivo non arriva
Roma – 16 luglio 2008 – Le prigioni italiane sono piene. Non una volta si è parlato del fatto che i detenuti rappresentano una spesa per lo Stato, e se sono stranieri, il fatto – si è detto – è ancor più grave perché l’Italia non può avere sul groppone anche i “delinquenti” non italiani. Ma “mentre il nuovo governo vara misure rigorose sulle espulsioni degli stranieri irregolari, un detenuto nigeriano, Samuel Oguike, di 38 anni, chiede e ottiene di essere espulso, ma da più di cinque mesi attende invano che il provvedimento diventi esecutivo”.
A denunciare il fatto è il Garante Regionale dei Diritti dei Detenuti del Lazio Angiolo Marroni. L’uomo, arrestato nel 2006 per reati connessi alla droga – si apprende dal garante – è stato condannato a tre anni di carcere e rinchiuso nel penitenziario di Civitavecchia. Nel novembre 2007, di sua spontanea volontà, Samuel ha presentato dal carcere istanza di espulsione in Nigeria accolta nel febbraio 2008. Nel frattempo è stato trasferito da Civitavecchia a San Severo (Fg), dove il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha provveduto a segnalare il suo caso all’Ufficio stranieri della locale questura.
“La vicenda di Samuel è lo specchio di come vanno le cose in Italia – ha commentato Marroni – mentre si invoca un maggior rigore nelle espulsioni e ci si preoccupa per il crescente sovraffollamento delle carceri, un uomo che chiede ed ottiene di sua spontanea volontà di essere espulso viene dimenticato in carcere dalla burocrazia. È l’ennesima riprova che a non funzionare non sono le leggi, ma l’organizzazione che dovrebbe applicarle”.
a.i.