Il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR), la campagna LasciateCIEntrare e Antigone
Sono lieti di invitarVi
in occasione della giornata internazionale a sostegno delle vittime di tortura
martedì 25 giugno 2013
ore 20.30
Teatro Palladium
DI UNTORI E ALTRI DEMONI
“se non sapevano quello che facevano, fu per non volerlo sapere…
che non è una scusa, ma bensì una colpa”
(Storia della Colonna Infame, A. Manzoni)
Ingresso libero
Un evento-spettacolo che denuncia la tortura comunque e ovunque, non solo come pratica diffusa in paesi lontani ma anche come fenomeno presente nel qui e ora, nei centri di detenzione europei, nei CIE, nelle nostre carceri.
In un mondo, dove ancora oggi, ci sono luoghi in cui la pratica della tortura continua ad esistere o altri dove comunque non ci sono esplicite leggi che la condannino, riuniamo video, teatro e testimonianze in un unico evento di denuncia sulla tortura e sui trattamenti inumani e degradanti in tutti i luoghi di detenzione.
Introduce l’evento Jean Leonard Touadi
Con un monologo di Erri De Luca "La slegatura"
Proiezione del video “Inside carceri”, realizzato da Antigone
Spettacolo teatrale “Di Untori e Altri Demoni”, formazione e regia di Nube Sandoval e Bernardo Rey. Protagonisti i rifugiati che hanno partecipato ai laboratori di riabilitazione psico-sociale promossi nell’ambito del progetto Together with Vi.To. – progetto di Accoglienza e Cura delle Vittime di Tortura del CIR.
In un mondo, dove ancora oggi, ci sono luoghi in cui la tortura è regolarmente praticata e altri dove non ci sono esplicite leggi che la condannino, abbiamo voluto riprendere il testo di Manzoni “Storia della Colonna Infame” per ricordare i tempi bui in cui la tortura era legge. In un cortocircuito che, da sempre e attraverso i secoli, la giustifica come possibile via per il raggiungimento della verità: “Ditemi cosa volete che io dica e io la dirò” supplicava ai suoi carnefici uno dei protagonisti del racconto Manzoniano.
“Di Untori e Altri Demoni”, è uno spettacolo a due binari, che si affiancano e si integrano fra loro. Da una parte la “Storia della Colonna Infame” in cui vengono narrati i fatti accaduti nel 1630, in una Milano che, devastata dalla peste, perseguitava tutti coloro ritenuti a torto o a ragione untori. Venivano così accusate, torturate e uccise, persone innocenti. E la persecuzione continuava dopo la morte: prima con la demolizione della casa e poi con l’erezione di una colonna, una colonna infame, come simbolo in grado di ricordare ai posteri la colpa, la condanna e la pena degli accusati. Dall’altra parte, ci sono gli “attori-rifugiati”, che in un binario parallelo, ci raccontano tratti della loro vita, dei loro sogni, delle loro frustrazioni e speranze al giorno d’oggi. Della loro fuga e della loro angoscia di essere ritenuti i nuovi untori.
Gli untori, come tutti i demoni, cambiano sembianza a seconda delle paure del momento. In un tempo così instabile, dove la barbarie si può ripetere di nuovo, altri presunti untori possono essere individuati di nuovo e di nuovo demonizzati, per calmare di nuovo gli animi variabili di una società succube dell’emergenza di turno, e di nuovo saranno segnalati, e di nuovo segregati, e puniti di nuovo.
Per ulteriori informazioni:
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