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DICO: POLEMICHE PER ISCRIZIONE 3 IMMIGRATE ANAGRAFE PADOVA

(ANSA) – PADOVA, 17 MAR – L’iscrizione di tre immigrate come famiglia basata sul vincolo affettivo all’anagrafe di Padova "é una provocazione diretta al governo e al parlamento, per far emergere i pasticci etici e giuridici che deriverebbero da una legge nazionale che prenda a riferimento la famiglia anagrafica". Lo afferma il consigliere municipale di Fi Giampiero Avruscio, illustrando l’iniziativa che ha portato tre immigrate – una congolese, una brasiliana e una somala – a ottenere l’iscrizione come famiglia affettiva all’anagrafe di Padova. Il caso ha creato, di fatto, spiega il consigliere comunale azzurro, "un vincolo affettivo del terzo tipo, dopo quello dichiarato nel capoluogo euganeo da due omosessuali e quello di una coppia eterosessuale". Le tre donne sono amiche fra loro; una è un’operaia, le altre due sono disoccupate. Per bocca del loro avvocato, Anna Daniela Ciardullo, il gesto sarebbe motivato dalla richiesta "di una tutela sul fronte abitativo e dei diritti". "La tutela di gruppi di persone fragili da un punto di vista sociale era già presente nelle leggi del ’54 e nel decreto del Presidente della Repubblica dell’89 in materia di anagrafe – commenta Avruscio – la provocazione di oggi serve per evidenziare l’appropriazione indebita che il centrosinistra con pacs e dico ha fatto su questo tema già normato da tempo". Appresa la notizia, Alessandro Zan, coordinatore della manifestazione gay di Piazza Farnese a Roma, consigliere comunale a Padova e promotore della mozione che ha portato il 4 dicembre scorso al riconoscimento anagrafico nella città euganea della famiglia basata sui vincoli affettivi, ribatte dal canto suo che "il caso delle tre ragazze poteva essere messo in luce già da molti anni, proprio in forza del Dpr dell’89: quindi di fatto non c’é nessuna novità, è solo un attacco strumentale per fare confusione su quanto il consiglio comunale ha approvato". Le posizioni espresse da alcune esponenti della Margherita sugli omosessuali hanno spinto peraltro Zan ad inviare al segretario dei Ds Piero Fassino una lettera in cui annuncia le proprie dimissioni dal partito. Secondo il consigliere comunale padovano, i dirigenti della Quercia non avrebbe risposto con sufficiente indignazione a quello che viene definito "il dilagare del’omofobia".(ANSA). 2007-03-17 13:43

(17 marzo 2007)

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