(ANSA) – ROMA, 7 DIC – "I diritti umani violati sono molto vicini a noi, nel nostro quotidiano, ma a volte è come se non li vedessimo. Anzi per fare un solo esempio sull’oggi: un giorno noi italiani ci vergogneremo di quello che stiamo facendo ora agli immigratì". E’ quanto afferma il regista Marco Bechis che ha dedicato molti dei suoi film ai ‘diritti umani negati’ da quelli in Argentina di Garage Olimpo a quelli degli aborigeni australiani de ‘La terra degli uomini rossi’. Nato a Santiago del Cile nel 1957, da madre cilena di origine svizzero-francese e da padre italiano e cresciuto a San Paolo e a Buenos Aires, il 17 aprile 1977, a vent’anni, Bechis viene sequestrato e detenuto per quattro mesi in un carcere clandestino chiamato Club Atletico. E’ stato poi espulso dall’ Argentina per motivi politici ed è approdato a Milano dove ha vissuto durante gli anni ’80. ”Non credo alla solidarietà a distanza – dice ancora il regista -. Sono sempre partito da situazioni che mi erano vicine come nel caso dell’Argentina e di quello che ho poi fatto vedere in Garage Olimpo". Il fatto è che "l’uomo contemporaneo è come narcotizzato dalla realtà che lo circonda. E spesso solo dopo venti anni scopre quello che ha fatto, quello che non ha visto. E’ stato così per il nazismo e con il fascismo. Dico queste cose – continua Bechis – a ragione. Come affermo che non sono affatto fiero di essere italiano in questo momento". Con la Dichiarazione universale dei diritti umani, di cui ricorrerà il Sessantesimo anniversario il 10 dicembre, riconosce il regista, le cose sono migliorate e migliorano anche se lentamente. "L’Argentina di oggi è sicuramente meglio di quelle degli anni Settanta anche se la polizia ancora picchia appena può e l’Italia è meglio di quella fascista. Ma va detto che questa commemorazione passerà in 24 ore, mentre il problema vero è come si riflette, si racconta attraverso i media il mondo. Quanto poco spazio diamo a un articolo sui disastri del Congo e quanto invece a chi vincerà L’isola dei famosi?". E ci sono molte responsabilità per Bechis – in partenza per la Francia per promuovere il 15 dicembre ‘La terra degli uomini rossi’, presentato al Festival di Venezia – anche da parte della Chiesa: "tanto più questa è lontana dal Vaticano tanto più riesce a fare bene il suo lavoro come accade per i missionari. Quanto più è vicina, più la sua azione diventa politica, un’azione che influisce sulla politica del nostro paese come su quella di altri paesi del mondo".(ANSA).
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DIRITTI UMANI:60/MO;BECHIS,VERGOGNA ITALIA SU IMMIGRATI
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