Il ministro dell’Interno: “Lo dice al Costituzione”. Chiamparino: “Voto rende più responsabili”
Roma -12 ottobre 2010 – "La cittadinanza e’ il presupposto per il diritto di voto". Lo ha detto ieri il ministro dell’Interno Roberto Maroni, intervenendo ad un dibattito con il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino sul libro scritto dal primo cittadino del capoluogo piemontese e intitolato ‘La sfida’.
"La Costituzione -ha sottolineato Maroni- dice che il diritto di voto spetta a chi ha la cittadinanza e non il permesso di soggiorno e questo è un limite invalicabile. Pertanto -ha aggiunto- diritto di voto solo a chi ha la cittadinanza. Detto questo si può discutere sui tempi per concedere la cittadinanza che deve essere il riconoscimento di un percorso di integrazione".
"Credo -ha proseguito- che dopo 10 anni uno straniero abbia diritto ad avere la cittadinanza e ad averla subito", ha concluso sottolineando la divergenza con il presidente francese Sarkozy: "io penso che una volta che la si e’ concessa non la si possa revocare".
Chiamparino ha chiesto invece tempi certi per ottenere la cittadinanza. "Ci vuole un percorso che dia certezze perché ci sono oggi persone che da 23-24 anni vivono e lavorano in Italia ma non hanno ancora la cittadinanza perché c’e’ qualcosa nel loro curriculum che non va a genio a qualche burocrate" ha spiegato il sindaco di Torino.
Di qui la proposta di permettere agli stranieri residenti in Italia da almeno 5 anni la possibilità di esprimere il voto alle elezioni amministrative. "Credo che dare la possibilità di votare nel luogo dove lavori e paghi le tasse sia un modo per responsabilizzare anche la comunità straniera.