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Edi Rama e l’intesa Italia-Albania: centri per migranti tra solidarietà e realpolitik

Roma, 16 gennaio 2025 – “Per il momento li portiamo in bicicletta con il Giro d’Italia”, scherza Edi Rama, primo ministro albanese, rispondendo con ironia alla stampa italiana durante il summit sull’energia ad Abu Dhabi. L’argomento? Le polemiche che hanno accompagnato l’accordo tra Italia e Albania per la costruzione di centri per migranti sul territorio albanese. Con questa battuta, Rama stempera la tensione, sottolineando come nel suo Paese le critiche siano state “poche” rispetto a quelle registrate in Italia.

Quando gli viene chiesto se i centri per migranti funzioneranno, Rama si mostra cauto ma fiducioso: “Credo di sì, vediamo”. Secondo il premier albanese, queste strutture avrebbero già avuto un ruolo deterrente. Quanto alla proposta di Matteo Renzi di utilizzare i centri di Shengjin e Gjader per ospitare detenuti albanesi, Rama risponde con un sorriso sornione: “Lui è un grande motore di proposte…”.

Un patto che va oltre i costi

Interrogato sui costi legati a questi centri, Rama rimanda la questione ai cronisti italiani: “I conti li fate voi, per il vostro governo e il vostro Paese”. Ma cosa ne guadagna l’Albania? “Quando si tratta di fratellanza, alleanze e vicinanze come quella che abbiamo con l’Italia, non deve sempre convenire. Sennò perché siamo amici, fratelli e alleati? Quando ci sono cose difficili si devono fare”.

Rama sottolinea come l’Italia, nel corso degli anni, abbia dimostrato solidarietà nei confronti dell’Albania anche in situazioni che non portavano vantaggi diretti. Ricorda con gratitudine le missioni umanitarie e l’aiuto dell’esercito italiano in momenti critici per il suo Paese, come il terremoto che devastò l’Albania. “Non dimenticherò mai quando i Vigili del Fuoco italiani furono i primi ad arrivare: vennero in tanti, con un’organizzazione puntuale, rischiando la vita per salvarci”.

Rama conclude con una nota personale: “Ho questo problema, sono molto filo-italiano. Ammetto di non essere molto oggettivo quando si parla di Italia”.

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