Roma, 2 gennaio 2023 – Il Regno Unito ha vissuto un aumento significativo dei tentativi di immigrazione irregolare negli ultimi anni, con un record di 45.756 sbarchi registrati nel 2022. Questo aumento è stato particolarmente evidente dopo la Brexit, con il numero di persone che attraversano la Manica in piccole imbarcazioni che è passato da 299 nel 2018 a 8.466 nel 2020, anno in cui la Brexit è diventata effettiva. Nonostante i tentativi del governo di fermare gli sbarchi, finora non è stata trovata una soluzione efficace.
Parte del problema è legato alla Brexit stessa, poiché con il divorzio dall’Unione europea il Regno Unito non è più soggetto all’accordo di Dublino, che obbligava i Paesi di primo ingresso a gestire le pratiche di asilo dei richiedenti protezione internazionale. Ciò significa che se un migrante riesce a raggiungere le coste britanniche dopo essere entrato in Europa attraverso Grecia, Italia, Spagna o Francia, questi Paesi non sono più obbligati a riprenderselo.
Per affrontare il problema, il governo britannico ha firmato un accordo da 140 milioni di sterline con il Ruanda per ospitare i migranti arrivati sulle coste inglesi nei suoi campi. Tuttavia, l’accordo è stato bloccato da una lunga battaglia legale e non è ancora entrato in vigore, nonostante abbia ricevuto il via libera dell’Alta Corte di Londra.
Inoltre, il primo ministro Rishi Sunak ha promesso di introdurre una legislazione nel 2023 per rendere “inequivocabilmente chiaro che chi entra illegalmente nel Regno Unito non deve potervi rimanere”. Tuttavia, finora questo non ha impedito l’aumento continuo degli sbarchi.