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Elezioni comunali. Ultima chiamata per i romeni e i polacchi che vogliono votare

Il 15 aprile si chiudono le iscrizioni alle liste aggiunte per i cittadini dell’Ue. Cehan (Gazeta Românească): “Non ci sono più scuse”

Roma – 14 aprile 2014 – I romeni, i polacchi e gli altri cittadini dell’Ue residenti in Italia che vogliono votare alle comunali del 25 maggio non hanno più tempo da perdere. La legge dà loro il diritto di scegliere i loro amministratori e anche si candidarsi come consiglieri, ma a patto che si iscrivano a una lista elettorale aggiunta nel comune di residenza.

Chi si è già iscritto in passato per votare a precedenti elezioni comunali  non deve fare nulla: ha già una scheda elettorale con l’indicazione del seggio in cui recarsi. Chi ancora non si è iscritto deve invece presentare domanda all’ufficio elettorale del Comune entro domani, 15 aprile. In molti casi è possibile spedirla per raccomandata, alcuni Comuni l’accettano anche via fax o addirittura per email, quindi conviene informarsi caso per caso.

Il 25 maggio si voterà in oltre quattromila comuni, come Firenze, Bari, Padova e Prato. Anche stavolta, le amministrazioni hanno fatto poco per informare i residenti comunitari del loro diritto di voto, e probabilmente le campagne elettorali si dimenticheranno ancora di questa fetta di elettori. Eppure, secondo Sorin Cehan, direttore del settimanale Gazeta Românească, “ormai non ci sono più scuse” per la scarsa partecipazione dei romeni alle elezioni.

“Dal 2007, ogni anno, nelle varie elezioni amministrative, in diversi modi i romeni hanno saputo che possono votare e che per votare si devono iscrivere alle liste. Non si può dire che non lo sanno, e se non si iscrivono e non votano, vuol dire che non gli interessa. Dobbiamo farcene una ragione” taglia corto Cehan.

Solo i romeni residenti in Italia sono oltre un milione, voti che potrebbero far gola a qualsiasi partito.  “Sì, ma poi si scopre che rispetto a questo milione gli iscritti sulle liste sono percentuali di zero virgola, e al voto ci vanno ancora di meno. E vero che l'iscrizione è una fatica supplementare, ma non basta a spiegare il disinteresse – ribadisce il direttore di GR  – Io penso che è importante anche chi si prende l'impegno di rappresentare i romeni”.

“Tanti candidati romeni – spiega Cehan – chiedono i voti ai connazionali in virtù del passaporto: io sono romeno e, in quanto tale, mi devi votare. Altri, italiani, fanno strani discorsi sul fatto che veniamo da un paese ex comunista, e dovremmo quindi necessariamente votare a destra. Ci vuole più sostanza nell'offerta politica alla nostra comunità”.

Elvio Pasca

 

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