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Emergenza Mediterraneo. Gentiloni chiama l’Europa: “Deve fare di più”

"Incrementare solidarietà e condivisione di responsabilità, aggiungere fondi e mezzi aeronavali. Triton così com'è non basta"

Roma – 17 febbraio 2015 – L'Ue non fa abbastanza. Deve impegnare più soldi e più mezzi per gestire l'emergenza profughi e immigrazione nel Mediterraneo.

L'ennesimo appello a una maggiore responsabilità e solidarietà da parte dell'Europa arriva dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che ieri ha indirizzato una lettera all'Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza Federica Mogherini, al Vice Presidente della Commissione Europea Frans Timmermans e agli altri sei Commissari che il prossimo 4 marzo si riuniranno per discutere di immigrazione.

Dopo aver richiamato "il senso di sgomento e frustrazione largamente diffuso in Italia, tanto nell’opinione pubblica quanto in Parlamento, per il ripetersi di un nuovo tragico incidente di immani proporzioni al largo delle coste di Lampedusa", Gentiloni sottolinea "la complessità di un fenomeno – quello migratorio – che non accenna a diminuire di intensità; al contrario i salvataggi dall’inizio dell’anno alla giornata odierna sono in crescita del 58,8% rispetto al 2014".

"E’ quindi più che mai necessario – scrive – che l’UE risponda in maniera adeguata, incrementando solidarietà e condivisione di responsabilità a livello europeo".

"L'Italia – concede il titolare della Farnesina – considera il recente avvio, lo scorso 1° novembre, dell’Operazione “Triton”, un primo passo nella giusta direzione. Nondimeno, riteniamo che l’Unione Europea debba fare di più in termini finanziari e di concreta disponibilità di mezzi aeronavali".

"L'urgenza delle nuove sfide – conclude Gentiloni – ci impone, come insieme abbiamo affermato a Roma lo scorso 27 novembre in occasione della riunione congiunta dei Ministri degli Esteri e dell’Interno dei Paesi UE, di mettere la questione in cima all’agenda europea. L'Italia è pienamente disponibile ad apportare il proprio contributo a questa riflessione e a mettere a fattor comune tutta la propria esperienza".
 

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