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Emergenza Nord Africa. Convertiti seimilacinquecento permessi umanitari

Sono soprattutto profughi che intanto sono riusciti a trovare un lavoro. E gli altri? Sono partiti o sono rimasti qui da irregolari

Roma – 18 aprile 2013 –  Sono circa seimilacinquecento i nordafricani (soprattutto tunisini)  che, arrivati in Italia sull’onda delle primavere arabe nei primi mesi del 2011, hanno iniziato qui una nuova vita. Poco più della metà di quanti avevano ricevuto un permesso per motivi umanitari.

E gli altri? Hanno proseguito il loro viaggio verso la Francia, la Germania o altri paesi europei, sono tornati in patria, oppure sono ancora qui, come immigrati irregolari.

I dati pubblicati ieri dal ministero dell’Interno dicono che fino al 31 marzo scorso sono arrivate alle Questure italiane in totale 6.438 richieste di per convertire il proprio permesso di soggiorno per motivi umanitari in un'altra tipologia di permesso. E il 31 marzo era l’ultima data utile per chiedere la conversione del permesso o per aderire a un programma di rimpatrio volontario. L’alternativa era l’espulsione.

In particolare – secondo dati del Viminale – le richieste di  conversione pervenute prima della data di pubblicazione del decreto  (13 marzo 2013) di chiusura dell'emergenza Nordafrica sono state 6.222; da quel giorno  al 31 marzo scorso le istanze  di conversione sono state solo 216, delle quali 141 da permesso per motivi  umanitari a permesso per lavoro subordinato, 55 per lavoro autonomo, 5 per motivi famigliari, il restante per altri motivi.

 

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