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Esa, Razvan e gli altri, Alfieri della Repubblica che fanno onore all’Italia

Anche ragazzi e ragazze di origine straniera tra i premiati al Quirinale come “esempi di solidarietà, di amicizia, di attenzione alle esigenze degli altri, di coraggio, di senso civico”. Ecco chi sono e le loro storie

 

 

Roma – 14 dicembre 2016 – “Abbiate coraggio, come ne avete avuto. Farete un regalo al nostro Paese se continuerete a diffondere con l’esempio il senso della solidarietà che avete manifestato”.  Il presidente Sergio Mattarella ha salutato così ieri al Quirinale i nuovi Alfieri della Repubblica, ragazzi e ragazze “esempi di solidarietà, di amicizia, di attenzione alle esigenze degli altri, di coraggio, di senso civico”.  

“Avete compiuto degli atti davvero preziosi – ha detto il Capo dello Stato –  con impegni collettivi e personali. Vi sono costati spesso sacrificio, ma certamente questo vi ha assicurato una ricompensa grande: la consapevolezza di aver fatto del bene a chi vi sta intorno, di avere contribuito a rendere migliore la vita insieme”. 

L’onorificenza può essere assegnata anche “ai cittadini stranieri residenti nel nostro Paese, che siano nati in Italia o abbiano frequentato con profitto le scuole italiane”. Figli di immigrati, insomma, seconde generazioni, italiani di fatto ma non per legge, che ieri non hanno fatto mancare una nutrita rappresentanza tra i premiati.

Tra gli Alfieri che si sono distinti “per la generosità e il coraggio mostrati nei soccorsi in occasione dei terremoti e per l’impegno nella ricostruzione” c’è ad esempio Razvan Daniel Chirilus, 18enne di Amatrice. “Insieme al fratello Marian (23 anni), in occasione del sisma del 24 agosto, si è prodigato con particolare coraggio per portare soccorso e mettere in salvo diverse persone” spiega una nota del Quirinale

Premiata ieri anche Oriana Belen Iuliani, di Tolentino, che “in occasione del terremoto ha prestato servizio volontario facendosi molto apprezzare nella sua comunità. Con grande umanità e dedizione si è occupata dell’animazione e per i bambini e i ragazzi della città alloggiati nelle strutture di emergenza”.

Esa Abrate, di Rivoli (To), è diventato invece direttore d’orchestra a 17 anni. “Fondamentale per la sua formazione è stato l’incontro con l’orchestra giovanile torinese «Pequenas huellas» che, attraverso la musica, propone progetti per avvicinare bambini e ragazzi di tutto il mondo ai temi della pace e della solidarietà. Ad aprile 2016 a Catania, nella chiesa di San Nicolò l’Arena, ha diretto i duecento ragazzi delle quattro orchestre e cori giovanili riuniti per dire no alla mafia”.

Il sedicenne veneziano Dmitri Goncear fa parte del SottoSopra di Save the Children, che riunisce  di ragazzi tra i 14 e i 22 anni. “Nel progetto Fuoriclasse, dedicato al contrasto alla dispersione scolastica, ha condotto i laboratori sul tema del bullismo. Anche lui ha avuto in passato un comportamento da bullo, ma proprio in un confronto all’interno della sua classe ha intrapreso un percorso di cambiamento, che ha perseguito e successivamente voluto condividere”.

Il diciottenne Bernard Dika da Larciano (PT)  lo scorso anno è stato eletto Presidente del Parlamento Regionale degli Studenti della Toscana. Tra le altre cose, ha promosso iniziative “per il mantenimento della memoria delle stragi nazifasciste perpetrate in Toscana nell’estate del 1944”, e “ha posto all’attenzione delle istituzioni locali e regionali il problema dell’edilizia scolastica degli istituti superiori” anche stilando  insieme agli altri rappresentanti degli studenti “un elenco delle problematiche dei singoli plessi”.

Un “esempio di coraggio” è, infine, Diego Antonino Maria Sulejmani, tredicenne di Ragalna, vicino Catania, che era solo in casa con due fratelli più piccoli quando è scoppiato un incendio.  “Mentre le fiamme e il fumo avanzavano, ha lanciato prima l’allarme chiamando i pompieri e poi ha raggiunto i fratellini di 5 anni per metterli in salvo al piano di sotto”.

EP

 

 

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