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Espulsioni. I penalisti: “La Bossi-Fini non vale più”

L’Unione delle camere Penali: “In vigore le regole della direttiva europee”. I clandestini vanno “invitati” ad andarsene

Roma – 3 marzo 2011 – Secondo gli avvocati penalisti le regole italiane sulle espulsioni sono diventate inapplicabili. Ormai valgono quelle europee, secondo le quali i clandestini vanno prima “invitati” ad andarsene, e solo in casi estremi possono scattare rimpatrio forzato o le manette.

Lo spiega l’Osservatorio Europa dell’Unione delle Camere Penali in un documento dedicato alla direttiva europea per i rimpatri (2008/115/Ce). L’Italia avrebbe dovuto recepirla nel suo ordinamento entro lo scorso 24 dicembre, ma non lo ha fatto e quindi, secondo i penalisti, da quel giorno  la direttiva “è self executing”, cioè si applica direttamente anche qui.

Se c’è contrasto tra le regole europee e quelle italiane, si legge ancora nel documento,  le prime “si impongono nell’ordinamento interno, prevalendo sulle disposizioni di diritto nazionale che regolano la stessa materia”. Addio espulsioni all’italiana, quindi, ormai si fa come dice l’Ue, che  “bilancia e coniuga l’efficienza della procedura di rimpatrio con il rispetto dei diritti fondamentali dell’individuo, primo tra tutti quello alla libertà personale”.

Il sistema italiano, invece, tra arresti o trattenimenti nei Centri di espulsione, è secondo i penalisti “diametralmente opposto”. Anzi, “l’assetto attuale delle disposizioni in materia di immigrazione risulta il frutto di una sedimentazione di interventi volti a individuare nella limitazione della libertà personale l’unica forma di trattamento dello straniero-alieno e di gestione dei flussi migratori”.

Un bocciatura piena e senza appello, soprattutto per le novità introdotte dal pacchetto sicurezza, fiore all’occhiello di Roberto Maroni.

Ecco il documento integrale dell’Unione delle Camere Penali

Elvio Pasca

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