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Eurodeputati: “No alle classi speciali nell’Ue”

"Evitare di creare scuole simili a ghetti o classi speciali per figli degli stranieri" BRUXELLES, 3 aprile 2009 – Niente classi speciali, insegnamento non solo della lingua del Paese ospitante ma anche di quella madre, più insegnanti immigrati.

Sono questi alcuni punti chiave di una relazione approvata dal Parlamento europeo sull’integrazione dei giovani immigrati nelle scuole europee.

Secondo gli europarlamentari, occorre ”evitare di creare scuole simili a ghetti o classi speciali per figli di migranti”, e promuovere una politica dove i bambini siano assegnati alle classi in base al livello d’istruzione e alle esigenze individuali. Osservando che il livello d’istruzione dei figli di immigrati ”è notevolmente inferiore a quello degli altri”, la relazione sottolinea la necessità di assicurare l’insegnamento delle lingue ufficiali del Paese ospitante, ma anche l’opportunità di introdurre nei programmi scolastici ore di insegnamento nella lingua madre.

Spazio poi ad insegnanti immigrati, perchè ”offrono un’esperienza importante ai loro colleghi” e costituiscono un esempio positivo di integrazione per i bambini.

Il Parlamento chiede inoltre alla Commissione di affrontare le conseguenze per i sistemi d’istruzione degli Stati membri, non solo della migrazione all’interno dell’Ue ma anche dell’immigrazione verso l’Unione. La relazione, presentata dal deputato finlandese Hannu Takkula dei Liberaldemocratici, ha ottenuto 431 voti favorevoli, 55 contrari e 94 astensioni.

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