Roma, 24 settembre 2019 – Nel vertice a La Valletta, i ministri degli Interni di Italia, Francia, Germania e Malta sotto l’egida della Commissione Ue e della presidenza finlandese di turno hanno trovato un accordo, sulla distribuzione automatica dei migranti, che una volta sbarcati poi subito – massimo in 4 settimane – saranno redistribuiti, e superando il principio del porto di ingresso la quota di migranti non resta a carico del Paese in cui sono sbarcati. Un accordo che verrà portato in Europa ai primi di ottobre, “e speriamo ci sia una condivisione sempre maggiore”, ha spiegato il ministro dell’Interno italiano Luciana Lamorgese.
Dalla conferenza stampa congiunta sono emersi i punti principali della bozza di accordo che verrà poi presentata al vertice dei ministri dell’Interno dell’Unione Europea il 7 e l’8 ottobre dalla presidenza finlandese: un meccanismo di redistribuzione dei migranti, soccorsi in mare e sbarcati, con tempi rapidissimi, massimo 4 settimane; una volta redistribuiti i migranti non saranno più a carico del Paese di sbarco ma solo del Paese di accoglienza anche per il rimpatrio del non avente diritto; un meccanismo di rotazione dei porti su base volontaria. L’accordo è un progetto pilota che sarà da monitorare in sede di applicazione e l’obiettivo ora è l’estensione al maggiore numero di Paesi membri dell’Ue.
La bozza riguarda i migranti soccorsi in mare, anche dalle ong, ma non quelli che arrivano autonomamente. Aventi o no diritto, i migranti che sbarcano fanno richiesta di asilo e “con questa bozza di accordo ogni Stato avrà la sua quota di migranti” e lo Stato a cui è assegnata la quota farà i colloqui, le interviste, gli accertamenti necessari per verificare se il migrante ha diritto all’asilo, “laddove effettivamente viene riconosciuto che sono aventi titolo tutto a posto, laddove non vengono riconosciuti i requisiti sarà lo Stato ricevente, quello che ha fatto le verifiche, che procederà ai rimpatri”, ha spiegato il ministro Lamorgese ai microfoni di SkyTg24. Quindi un superamento del principio dello Stato di primo ingresso? “Sì, dal momento in cui dall’Italia vengono redistribuiti in altri Paesi non saranno più nel nostro database, saranno a carico degli altri Paesi, così come Eurodac avrà stabilito la ripartizione”, quindi “non saremo più paese di ingresso”.
Quindi basterà la richiesta di asilo per far scattare la presa in carico, ma detto questo in prospettiva l’idea è quella anche di rivedere il diritto d’asilo: “Nell’accordo è stato inserito anche l’intento di procedere sulla linea di rivedere le norme sul diritto d’asilo, intento condiviso”.
Il ministro ha sottolineato “siamo soddisfatti dei risultati ottenuti, siamo usciti dalla riunione con grande soddisfazione: l’Italia non è più sola e arrivare in Italia o arrivare a malta vuol dire arrivare in Europa e su questo c’è ampia condivisione da parte di tutti”.
Oltre al problema dei migranti che arrivano in maniera autonoma, resta in piedi quello di “evitare le partenze, evitare il traffico di essere umani, evitare che i migranti rischino la vita”. Su questo fronte Lamorgese ha spiegato che gli accordi con la Libia e la collaborazione con la guardia costiera libica restano in piedi.