Bocciata la proposta dei governi Ue di modificare Schengen per reintrodurre controlli in casi eccezionali. “C’è già clausola di salvaguardia, un’altra non serve. Più solidarietà ai paesi colpiti investiti da immigrazione”
Roma – 7 luglio 2011 – Il Parlamento europeo si oppone fermamente alla reintroduzione dei controlli alle frontiere all’interno dello spazio Schengen. L’afflusso dei migranti e dei richiedenti asilo non può giustificarne il ripristino, secondo una risoluzione sulle modifiche previste alle norme di Schengen, adottata oggi a Strasburgo.
Il sistema di Schengen è stato recentemente messo sotto pressione, con alcuni Stati membri che, di fronte l’improvviso afflusso di immigrati dal Nord Africa, stanno valutando l’opportunità di ripristinare i controlli alle frontiere nazionali. Il 24 giugno, il Consiglio europeo ha invitato la Commissione a presentare a settembre una proposta sull’introduzione di un “meccanismo di salvaguardia” per far fronte a “situazioni eccezionali”.
In una risoluzione firmata da popolari, socialisti e democratici, liberaldemocratici e verdi e adottata oggi a larga maggioranza, il Parlamento europeo deplora vivamente il tentativo di vari Stati membri di ripristinare i controlli alle frontiere e ribadisce la sua “ferma opposizione a qualsiasi nuovo meccanismo Schengen che persegua obiettivi diversi dal potenziamento della libera circolazione e dal rafforzamento della governance UE dello spazio Schengen”.
Il Parlamento europeo sottolinea che l’attuale Codice frontiere Schengen prevede la possibilità di reintrodurre controlli alle frontiere interne “solamente in caso di minaccia grave per l’ordine pubblico o la sicurezza interna”.
Invita la Commissione a presentare un’iniziativa volta a definire la “rigorosa applicazione” delle disposizioni vigenti da parte degli Stati membri, insistendo sul fatto che qualsiasi nuova deroga, ad esempio ulteriori motivi per il ripristino dei controlli di frontiera, “non avrebbe sicuramente l’effetto di rafforzare il sistema Schengen “.
Secondo i deputati, i recenti problemi emersi in relazione a Schengen “sono radicati nella riluttanza ad attuare politiche europee comuni in altri settori”, in particolare un regime europeo comune in materia di asilo e migrazione. Si chiede, quindi, di realizzare progressi a tale riguardo, considerando che il termine per la creazione di un regime europeo comune in materia di asilo è fissato al 2012.
Schengen: è necessario un meccanismo di valutazione comunitario
Con il sistema attuale, la decisione di reintrodurre i controlli alle frontiere è presa unilateralmente dagli Stati membri. I deputati chiedono che il nuovo meccanismo di valutazione Schengen sia trasformato in un sistema europeo.
Il nuovo meccanismo di valutazione Schengen, attualmente discusso in Parlamento, farà parte della risposta a questo problema, nella misura in cui “assicura un monitoraggio efficace di qualsiasi tentativo di introdurre controlli illegali alle frontiere interne e rafforza la fiducia reciproca”. I deputati hanno inoltre ricordato che l’efficacia del meccanismo di valutazione dipende dalla possibilità di applicare sanzioni qualora le carenze persistano e siano tali da mettere a rischio la sicurezza globale dello spazio Schengen.
Solidarietà
Il nuovo meccanismo di valutazione di Schengen permetterà di chiedere e di ottenere sostegno per gli Stati membri in caso di pressione eccezionale alle frontiere esterne dell’Unione europea.
I deputati insistono sul fatto che la creazione dello spazio Schengen definisce una frontiera esterna comune che, in virtù dei trattati, deve essere gestita congiuntamente. Tuttavia, l’UE “non ha ancora pienamente adempiuto a tale obbligo”.
Il Parlamento raccomanda vivamente una maggiore solidarietà nei confronti degli Stati membri esposti al più forte afflusso di immigrati, al fine di aiutarli ad affrontare questa situazione straordinaria.