Il Viminale ribadisce che chi attende il rinnovo può rientare in patria, ma a determinate condizioni. Novità per chi ha figli iscritti sul suo permesso di soggiorno
ROMA – Tutti a casa per le ferie, anche i cittadini stranieri (e sono centinaia di migliaia) che dopo aver presentato domanda alle Poste, stanno ancora aspettando il rinnovo del permesso di soggiorno.
È dalla scorsa estate che chi attende il rinnovo del permesso ha gli stessi diritti di chi ha in tasca un permesso ancora valido, e tra questi c’è anche la possibilità di uscire e rientrare in Italia. Per chi non ha approfittato delle vacanze di Natale e di Pasqua, le ferie estive saranno però la prima occasione per tornare in patria da quando è entrato in vigore il nuovo sistema di rinnovo attraverso gli uffici postali.
Il Viminale ha quindi pensato bene di ribadire che la ricevuta dell’ufficio postale "vale quanto quella che in passato veniva rilasciata dalle Questure e "consente allo straniero di godere dei medesimi diritti connessi al possesso del titolo di soggiorno", compreso quello di "lasciare temporaneamente il territorio nazionale e di farvi regolare rientro". È quanto si legge in un telegramma inviato qualche giorno fa dal dipartimento di Pubblica Sicurezza alla polizia di frontiera.
La ricevuta andrà esibita alla frontiera insieme al passaporto e alla copia o all’originale del permesso scaduto. L’uscita e il reingresso dovranno avvenire attraverso lo stesso valico, dove la polizia timbrerà ricevuta e passaporto, e il viaggio non dovrà prevedere il transito in altri Paesi dell’area Schengen. Quets’ultima condizione può rappresentare un problema per chi rientra in Paesi che non hanno collegamenti diretti con l’Italia.
Una circolare firmata ieri (pubblicheremo il testo appena disponibile) affronta invece la situazione di chi attende il rinnovo e vuole tornare in patria insieme ai figli minori di quattordici anni iscritti nel suo permesso di soggiorno.
Secondo un comunicato diffuso oggi dal ministero dell’Interno, "in presenza di una specifica richiesta, le Questure provvederanno a concedere al genitore straniero un permesso di soggiorno cartaceo, provvisorio, con validità limitata a seconda delle esigenze prospettate, sul quale sarà iscritto il figlio minore, che permetterà così anche alla prole minore di lasciare temporaneamente il territorio nazionale e farvi rientro".
(28 giugno 2007)
Elvio Pasca