I dati di una ricerca di Luca Visconti dell’Università Bocconi e Enzo Napolitano di Etnica MILANO, 26 gennaio 2009 – Detestano essere chiamati "diversi" o "extracomunitari" e si considerano piuttosto "cittadini del mondo". Ma solo il 15% si sente "italiano" o "nuovo italiano".
La loro integrazione passa per il mercato: pur essendo rari i casi di acculturazione piena o di polarizzazione oppositiva, i loro consumi sono molto vicini a quelli dei coetanei italiani.
Sono i figli, nati in Italia, di genitori immigrati, oggetto di una ricerca di Luca Visconti dell’Università Bocconi e Enzo Napolitano di Etnica. Alla fine del 2007 i minori stranieri in Italia erano 767mila, 63 mila dei quali nati due anni fa. La ricerca evidenzia che le definizioni nelle quali più si riconoscono questi ragazzi, nati in Italia da genitori stranieri, ma anche ricongiunti, sono ”cittadini del mondo” (35%), ”stranieri in Italia” (24%), ”Italiani / nuovi italiani” (15%), ma non ”extracomunitari / stranieri / immigrati” (2%).
Al converso, ”clandestini” (44,9%), ”diversi” (43,9%) ed ”extracomunitari” (39,6%) sono le caratterizzazioni che piacciono di meno. Sette giovani su dieci consumano ogni giorno prodotti alimentari italiani, mentre sulla tavola di un 43,7% compaiono quotidianamente quelli legati alla propria tradizione. Anche i luoghi di acquisto degli alimentari (principalmente supermercati e centri commerciali) evidenziano analogie con i giovani italiani, una caratterizzazione ancora piu’ marcata nel caso dell’abbigliamento: il 76% dei giovani della cross generation veste regolarmente all’italiana, mentre solo il 17,2% dichiara di portare quotidianamente vestiario etnico.
Dal punto di vista culturale, i giovani della cross generation sono freddi nei riguardi della free press (ignorata dal 55,3% di loro) e dei quotidiani sportivi (solo l’8% di lettori assidui), mentre si avvicinano più spesso ai quotidiani (li legge regolarmente il 22,8%, li rifiuta il 27,7%, con in mezzo il gruppo dei lettori occasionali) e ai libri (22,1% di lettori appassionati e 29,9% decisamente distanti).
La lettura di libri nella lingua d’origine è decisamente marginale, con il 71,8% dei giovani che non ne fa mai uso. Il 95,9% possiede un cellulare, il 77,9% un lettore di dvd, il 77,7% un lettore mp3, il 73,1% un personal computer, mentre utilizza internet poco piu’ della meta’ dei giovani, con un 35% che naviga anche nei siti del paese di origine. La stessa alternanza si registra nell’ascolto della musica, con il 66,3% che ascolta musica in inglese, il 50,5% musica etnica e il 41% musica italiana. Le disponibilità economiche sembrano invece condizionare il loro comportamento in fatto di vacanze (il 51,5% non ci va mai) e di tempo libero, con una forte diffusione di attivita’ passive (televisione) o a basso costo (passeggiate).