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FINI A BOCCEA ‘CONTROLLA’ DOCUMENTI SOGGIORNO A IMMIGRATI…

VOGLIO VEDERE SE MIA LEGGE FUNZIONA; AL MERCATO RICEVE APPLAUSI (ANSA) – ROMA, 23 APR – Mancano pochi giorni al ballottaggio per il Comune di Roma e Gianfranco Fini sceglie il popolare quartiere di Boccea per appoggiare Gianni Alemanno passeggiando fra i cittadini. Ma stavolta il presidente della Camera in pectore non si limita a stringere mani e ad ascoltare i passanti ma, nella inusitata veste di pubblico ufficiale, chiede in due occasioni il permesso di soggiorno ad alcuni immigrati. Accompagnato dal candidato al XVII Municipio, Daniele Giannini, anche lui al ballottaggio domenica e lunedì, Fini chiede i documenti a due venditori d’accendini ad un semaforo. I due, cittadini egiziani, lo salutano con un saluto romano appena accennato e gli presentano i documenti. "Mi sa – commenta divertito Fini – che voi due siete gli unici in regola in questa città…". Il giro elettorale prosegue e Fini entra in diversi negozi accolto da affetto e simpatia. Più avanti raggiunge il popolare mercato di quartiere. E là che prima compra una manciata di peperoncini ("portano fortuna", commenta). Poi in un continuo scambio di opinioni con i passanti si ferma dietro un bancone e riceve l’applauso dei presenti. "Per un giorno – aggiunge divertito – vi servo io". E serve a una pensionata un paio di limoni. In tanti, soprattutto anziani e pensionati, lo avvicinano per chiedergli un aiuto, soprattutto l’innalzamento delle pensioni minime. "Io ho sempre votato a sinistra – le racconta una signora di mezza età – ma stavolta ho votato voi, voglio mettervi alla prova. Ho un figlio laureato che guida un autobus e un altro che è militare…". Fini è cortese con tutti e stringe tante mani. Alcuni, infastiditi dalla ressa, accennano una pacata protesta che viene subito zittita da alcuni militanti al seguito del leader: "é inutile che vi lamentate – esclama uno di questi – non ce la facciamo più di chi chiamava i nostri nipoti bamboccioni". Fini insiste chiedendo ai commercianti come vadano gli affari e loro rispondono che la gente non ha tanti soldi da spendere, anche per mangiare. Il giro continua tra le strade del quartiere. Davanti a un bar un signore di mezza età ce l’ha col capitano della Roma: "Sono romanista sottopelle ma quando ho saputo che appoggiava Rutelli gli ho detto: ‘devi schioppa’. Lo stesso vale per Giuliano Ferrara…". Una commessa lamenta che in quella strada la mattina tantissimi extracomunitari fanno i loro bisogni per strada sul marciapiede. "Dovrebbe venire alle 6.30 – protesta – per vedere il disastro in cui viviamo". "Allora – commenta una passante – quella che ho appena schiacciato può essere che non è di un cane…". Infine, prima di entrare in macchina, Fini incontra altri due extracomunitari, seduti in un bar. Anche a loro chiede i documenti. Uno ce li ha, l’altro risponde di averli dimenticati in casa. "Paraculo", commenta ironico Fini. "Voglio vedere – conclude Fini – se funziona la Legge che ho fatto io ma mi sa che non è così… Non è possibile che in tanti hanno il permesso, mi sa – scherza – che se lo comprano". In giornata Fini farà altre passeggiate in quartieri popolari di Roma, da Testaccio a Ponte Milvio per finire in centro con un cocktail a San Lorenzo in Lucina. (ANSA).
CAP/GT

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