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Fini incontra i bimbi stranieri: “Stronzo chi vi chiama diversi”

"Chi fa così merita una parolaccia" Roma, 21 novembre 2009 – I disegni attaccati alle pareti, i cartelloni colorati con le lettere dell’alfabeto, i collage con i pupazzi dei cartoni animati. Una scuola come tante a vederla, il centro ‘La semina’ a Tor Pignattara a Roma. Sono i piccoli ospiti ad essere ‘particolari’. Sono tutti figli di immigrati. Molti nati in Italia, qualcuno nei paesi d’origine della famiglia: Bangladesh, Eritrea, Cina, Marocco, Filippine. Pochi conservano tracce di una lingua straniera, i piu’ parlano italiano, anzi romanesco, senza incertezze.

Stamattina a far visita al centro, nel quartiere dell’ormai ex-periferia romana, e’ andato il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Ai piccoli dagli occhi scuri che stentavano a star fermi sulla sedia, Fini ha risparmiato il solito copione da cerimoniale. Nessun discorso. Si e’ piazzato, microfono in mano, tra i ragazzi e li ha intervistati. "Sulla cittadinanza di parole ne ho dette tantissime, forse troppe. Sono qui per ascoltare voi, perche’ la politica deve saper ascoltare anche quello che i cittadini hanno nel cuore", ha spiegato il presidente della Camera che pure qualche parola l’ha voluta dire indirizzandola a chi ha pregiudizi sugli immigrati.

"Voglio sapere da dove venite, se c’e’ qualcuno che vi fa pesare il fatto che i vostri genitori non sono italiani, se c’e’ qualche stronzo che vi dice qualche parola di troppo", ha scandito tra le risate dei ragazzi. "Anche il presidente della Camera qualche volta dice parolacce e se qualcuno vi dice che siete diversi, la parolaccia se la merita. Voi pensatela e io la dico", ha assicurato Fini.

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