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Fini: “No ad attribuzioni etniche degli strupri”

Donadi (Idv): "Bene Fini, però il centrodestra alimenta intolleranza" ROMA, 9 marzo 2009 – In sintonia con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Gianfranco Fini ritiene che il reato di stupro non deve avere qualifiche nazionali.

"Non ci dovrebbe essere attribuizione etnica dietro a uno stupro, è un’infamia", ha affermato il presidente della Camera dal palco del teatro Brancaccio di Roma in occasione di un convegno promosso dal ministero delle Pari opportunità e dal Comune di Roma.

Nel suo intervento, dai toni estremamente istituzionali, il presidente della Camera ha sottolineato quattro elementi: la necessità di un impegno unanime della societa’ civile di la’ delle divisioni politiche, la necessita’ di una mobilitazione per 365 giorni all’anno e non limitata all’8 marzo, non e’ sufficiente chiedere nuove leggi, l’impegno sul fronte delle violenze quotidiane che non finiscono sotto i riflettori della cronaca come cio’ che accade tra le mura familiari. Insomma, la lotta contro la violenza alle donne non si puo’ esaurire con le manifestazioni dell’8 marzo ma richiede una "mobilitazione delle coscienze senza divisioni".

LE REAZIONI
”Il presidente della Camera Gianfranco Fini è stato coraggioso sulle violenze domestiche: la società vigili tra mura di casa spesso difese dalla mistica della famiglia. La difesa della donna per lo Stato non e’ una poesia ma spesso un’attività di indagine e repressione che, fortunatamente, da’ i suoi frutti”. Lo ha dichiarato il ministro per l’Attuazione del Programma di Governo, Gianfranco Rotondi.

"Apprezziamo le parole del presidente della Camera Gianfranco Fini sulla necessità di non dare agli stupri connotazione etnica. In questi mesi, però, proprio il centrodestra ha alimentato un pericoloso clima di intolleranza contro gli stranieri. Ora vedremo se le parole del presidente della Camera avranno effetto o resteranno lettera morta. I toni urlati e le isterie non garantiscono più sicurezza, ma al contrario alimentano spirali di violenza. Servono più uomini e mezzi per le forze dell’ordine nelle nostre città, non slogan". Lo ha affermato il capogruppo dell’Idv alla Camera Massimo Donadi.

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