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Fini: “Ridefinire il patto di cittadinanza”

"Facciamo sentire italiano chi è nato qui e ci è arrivato piccolissimo". "Italia dimentica la sua emigrazione" Roma, 17 marzo 2010 – "Oggi, nell’approssimarsi del 150 anniversario dell’unita’ d’Italia, non e’ tanto importante chiedersi se c’è unità nazionale, quanto se c’è coesione nel nostro paese". Così oggi  il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha presentato a Montecitorio un libro dedicato al Risorgimento.

"Voglio dire – ha spiegato Fini – se il nostro popolo è consapevole di cosa significa essere italiani oggi. Non e’ forse arrivato il momento – osserva il presidente della Camera – di ridefinire i due grandi patti che servono per essere una nazione?  del patto tra le generazioni e del patto di cittadinanza".

"Per coesione intendo il rapporto tra diverse aree geografiche, e tra diversi segmenti della società. Il patto di cittadinanza in particolare – ha sottolineato Fini – consiste nello sforzo di far sentire italiani coloro che sono nati qui o che sono arrivati qui piccolissimi".

"Siamo un paese – ha aggiunto il presidente della Camera – che si confronta con il problema e l’opportunità rappresentata dall’immigrazione, dimenticando di avere nel proprio dna storico-culturale tante pagine di storia dell’emigrazione e di persone che, nei paesi dove sono emigrate, hanno potuto raggiungere livelli altissimi nella scala sociale".

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