"Preparare il futuro da italiani delle seconde generazioni". Diritto di voto "scelta coraggiosa" Roma – 3 settembre 2009 – Il diritto di voto per gli immigrati "tende a riavvicinare la cittadinanza sociale a quella politica, nonchè a fornire nuove opportunità di integrazione ai lavoratori stranieri attraverso la partecipazione alla vita democratica".
Ne è convinto il presidente della Camera Gianfranco Fini, che dal palco del convegno delle Acli a Perugia, ‘Cittadini in-compiuti’ è tornato sulla proposta con cui nel 2003 spiazzò i colleghi di centro-destra.
“C’è da chiedersi fino a quando la nostra democrazia potrà permettersi di escludere una parte crescente di residenti sul proprio territorio dai processi decisionali che riguardano tutti, italiani e non" ha detto Fini, ricordando “la scelta coraggiosa compiuta da alcuni Paesi europei come la Danimarca, la Svezia, la Finlandia e l’Olanda di estendere agli stranieri il diritto di voto in occasione delle elezioni amministrative”.
Il presidente della Camera ha ribadito inoltre l’esigenza di rivedere il concetto di cittadinanza, “una delle grandi sfide della democrazia", con la possibilità di rendere l’iter più veloce per gli stranieri che vivono da anni nel nostro Paese o che vi sono nati.
In particolare, parlando delle seconde generazioni, Fini ha detto di ritenere “cruciale e indispensabile per la nostra comunità politica preparare fin da oggi il futuro di italiani di questi ragazzi". Come? Il presidente della Camera guarda all’esperienza di altri Paesi, come la Germania che "ha cambiato la legge sulla concessione della cittadinanza, rendendo questa accessibile agli immigrati di seconda generazione".
Fini parla di "uno ‘ius soli’ magari temperato". Perche’, sottolinea, "sono potenzialmente molto più italiani dei nipoti di nostri immigrati in Argentina o in Brasile, i campioni juniores del cricket". Questi ragazzi, prosegue il presidente della Camera sono figli di bengalesi, indiani o di altre nazionalita’ ma "vivono qui, vanno a scuola qui e quelli si’ che parlano il dialetto…".
I cronisti hanno ricordato a Fini l’opposizione delle Lega a una riforma della cittadinanza. "Serve una discussione serena e seria che parta da alcuni dati di fatto e dall’esperienza di altri Paesi senza cedere a tentazioni propagandistiche in vista delle prossime tornate elettorali" ha risposto il presidente della Camera.