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Flussi 2007. Lavori in corso per un decreto di fine anno da 200mila ingressi

De Luca: "Stiamo accelerando, ma non si possono saltare i passaggi previsti dalla legge". Domande scaglionate, coinvolti patronati e associazioni di categoria

ROMA – Il governo è pronto ad autorizzare fino a 200mila nuovi ingressi di lavoratori extracomunitari in Italia entro la fine di quest’anno, riaprendo così finalmente il rubinetto dei flussi regolari.

È passato ormai più di un anno da quando associazioni di categoria e sindacati vennero chiamate ad esprimersi sul fabbisogno di lavoratori stranieri per il 2007. Da quella riunione uscì la richiesta di 200mila nuovi ingressi, dopodichè il tavolo tecnico che definirà materialmente il decreto e le procedure per la presentazione delle domande ha lavorato a porte chiuse, tenendo sempre d’occhio a che punto era lo smaltimento delle domande presentate nel 2006.

“Abbiamo aspettato, non avrebbe avuto senso appesantire ulteriormente il lavoro degli uffici, ora che si vede finalmente il traguardo stiamo accelerando per il nuovo decreto, che dovrebbe autorizzare tra i 150 e i 200mila ingressi. C’è da dire che finora non c’erano state nemmeno grosse pressioni da parte dei datori di lavoro per avere altri ingressi, il vecchio decreto aveva probabilmente esaudito gran parte della richiesta” spiega a Stranieriinitalia.it Cristina de Luca, sottosegretario alla Solidarietà Sociale.

Sui tempi c’è da essere realisti. Se si arriverà nelle prossime settimane alla definizione del decreto (in quanti entrano? quali categorie? come si presentano le domande?), bisognerà attendere tutti passaggi istituzionali previsti dalla legge prima che arrivi in Gazzetta ufficiale (approvazione in Consiglio dei Ministri, pareri di Camera, Senato ed Enti locali, controllo alla corte dei conti ecc.). “Queste sono tappe che purtroppo, anche accelerando al massimo, non si possono saltare. Credo che le domande di assunzione potranno essere presentate non prima di dicembre” ammette De Luca.

Le novità
Più che sui numeri, in questi giorni si discute sulla modalità di presentazione delle domande. Una delle più ventilate vede il coinvolgimento (ancora non è chiaro se parallelamente agli uffici postali), degli sportelli di patronati e associazioni di categoria, che potrebbero compilare le domande on-line, come è già successo la scorsa primavera per quelle degli stagionali. Il beneficio principale sarebbe un controllo delle domande alla fonte, con una drastica riduzione delle pratiche anomale che hanno rallentano sensibilmente la macchina dei flussi negli anni passati.

Altra novità potrebbe essere la partenza scaglionata per categorie, facendo presentare ad esempio le domande per i lavoratori domestici il lunedì e il martedì, quelle per gli edili il mercoledì e così via. In questo modo le file si ridurrebbero, anche se naturalmente, senza una formula migliore dell’attuale “chi tardi arriva male alloggia”, la ressa per essere i primi della propria categoria a presentare domanda ci sarebbe lo stesso.

Evitate resse e file, rimarrà il problema dei tempi, finora lunghissimi, per l’esame delle domande fino all’ingresso del lavoratore. Giuseppe Casucci, coordinatore nazionale Uil delle politiche migratorie, chiede qnuindi “una procedura meno complicata” rispetto al passato. Secondo il sindacalista andrebbe inoltre risolta un’ipocrisia di fondo: “allarghiamo il decreto anche per chi in Italia ha già una posizione lavorativa, anche se di fatto. In questo modo si permetterebbe anche di ridurre l’area del lavoro sommerso, permettendo a migliaia di famiglie che vogliono regolarizzare il proprio collaboratore, di poterlo fare senza dover ricorrere a sotterfugi”.

Ma per ora una vera e propria regolarizzazione non è sull’agenda del governo. Si guarda piuttosto all’iter del ddl delega di riforma dell’immigrazione, che parte la prossima settimana alla Camera. “Il ddl prevede un sistema di quote triennale e una semplificazione amministrativa che non vuol dire ‘tutti dentro’, ma semplicemente favorire l’incontro regolare tra domanda e offerta di lavoro. – dice ancora il sottosegretario De Luca – Mi auguro una discussione non ideologica su quella che non è un’emergenza ma un fenomeno strutturale del nostro tempo”.

(21 settembre 2007)

Elvio Pasca

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