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Flussi. Lavoratori formati all’estero? Avanti, c’è posto

altFinora è stato utilizzato meno del 6% delle quote messe a disposizione dall’ultimo decreto flussi. Prorogato al 31 dicembre 2014 il termine per presentare le domande

Roma – 11 luglio 2014 – Già formati in patria e con un posto garantito in Italia. In tempi di vacche magre è questa una delle poche categoria di lavoratori stranieri ai quali il governo è ancora disposto ad aprire le porte.

Per loro il Testo Unico sull’Immigrazione prevede un canale di ingresso privilegiato, ma a quanto pare finora questi flussi esistono solo sulla carta. Basta guardare ai 3000 ingressi messi in palio a fine dicembre dal decreto flussi 2013 per lavoratori che abbiamo completato programmi di istruzione e formazione nei Paesi d’Origine: finora ne sono stati utilizzati meno del 6%.

È per questo motivo che i ministeri del Lavoro e dell’Interno, hanno deciso accettare le domande di assunzione “fino alle ore 24 del 31 dicembre 2014” e non più, come previsto dal decreto, solo fino al 20 agosto. Visto l’andazzo, c’è da scommettere che non si arriverà al tutto esaurito.

Potranno essere chiamati e assunti in Italia lavoratori stranieri che nei loro Paesi hanno frequentato corsi approvati dai ministeri del Lavoro o dell’istruzione e realizzati da enti locali, sindacati, organizzazioni dei datori di lavoro e altre associazioni italiane autorizzate. I datori di lavoro interessati devono compilare e spedire online le domande (“Modello B-PS”) attraverso il sito del ministero dell’interno.

Non è l’unica proroga. Fino al 31 dicembre 2014 si potranno infatti inviare anche le domande di conversione dei permessi di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo rilasciati in un altro stato dell’Ue in permessi per lavoro autonomo o subordinato.

Anche in questi casi si fa tutto online ( modelli LS: lavoro subordinato; LS1: lavoro domestico; LS2 lavoro autonomo) e c’è spazio per tutti: per le conversioni in lavoro subordinato c’erano 1000 quote e ne sono state utilizzate finora solo il 37,6%, per le conversioni in lavoro autonomo ce n’erano 250, e siamo ancora al 20,4%.

Scarica la circolare dei ministeri dell’Interno e del Lavoro

EP
 

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