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Fondazione Moressa: “29mila aziende di immigrati in più nel 2010”

“Quelle di italiani sono 31mila in meno”

Venezia, 21 febbraio 2011 – Nel corso del 2010 il numero di imprenditori stranieri e’ aumentato di 29mila unita’ rispetto al 2009, contro un calo di 31mila imprenditori italiani . In termini percentuali questi dati si traducono in un aumento del 4,9% della presenza straniera nell’ultimo anno, contro una riduzione del -0,4% della componente italiana.

Questi alcuni risultati di un’indagine dalla Fondazione Leone Moressa che ha analizzato le dinamiche imprenditoriali in Italia nell’ultimo anno facendo riferimento ai dati di Infocamere. Nel corso del 2010 l’aumento del numero di imprenditori stranieri e’ riuscito solo in parte a compensare la riduzione degli italiani: infatti si perviene a livello nazionale ad un saldo negativo delle dinamiche imprenditoriali che, nel 2010, comunque risultano essere piu’ contenute rispetto ai valori evidenziati negli anni precedenti.

Infatti dal 2007 la forte riduzione nel numero di imprenditori italiani non e’ stata in alcun modo bilanciata dal trend positivo degli stranieri. In particolare, se nel 2007 gli stranieri iscritti alla Camera di Commercio sono stati 38mila in piu’ rispetto all’anno precedente, gli italiani sono stati 58mila in meno. Il gap aumenta nel 2009 dove, a fronte di 23mila stranieri in piu’, gli italiani sono addirittura ridotti di 83mila unita’.

Negli ultimi anni tali dinamiche hanno contribuito ad aumentare il peso degli stranieri nel mondo imprenditoriale nel nostro Paese: infatti se nel 2006 su cento imprenditori poco piu’ di 5 erano stranieri, nel 2010 si passa a 6,5. Tra i settori nei quali gli imprenditori stranieri sembrano essere piu’ presenti (come commercio, costruzioni e manifattura) la tendenza nell’ultimo anno e’ stata quella di un loro aumento, a fronte di un calo della componente italiana. In particolare, se nel commercio vi sono 8.841 imprenditori stranieri in piu’, gli italiani sono 10.765 in meno.

Stesse dinamiche nelle costruzioni: 6.215 stranieri in piu’ e 8.096 italiani in meno; nella manifattura 1.443 stranieri in piu’ e 17.362 stranieri in meno. Nel settore invece dell’alloggio e della ristorazione si e’ assistito invece ad un aumento di entrambe le componenti imprenditoriali: +4.098 stranieri e +9.336 italiani. Marocchini, rumeni e cinesi sono le prime 3 nazionalita’ piu’ rappresentate con, rispettivamente, 60,7mila, 54,7mila e 54mila imprenditori. Tra questi, i rumeni sono cresciutie maggiormente nell’ultimo anno: +11,5%, mentre per i marocchini si tratta del +5,3% e i cinesi del +8,5%. Stabili nelle dinamiche le provenienze dall’Europa comunitaria e dalla Svizzera, mentre per l’Albania si tratta del +6,3%, l’Egitto del +1,2% e il Bangladesh addirittura del +14,1%.

Nella quasi totalita’ delle province si osserva un contemporaneo calo della presenza italiana tra le figure imprenditoriali e un aumento di quelle straniere. In molti casi l’aumento dei secondi non riesce a compensare la riduzione dei primi. Come a Milano dove, a fronte di un calo di 18mila italiani, gli stranieri aumentano appena di 1.426 unita’ o a Torino dove si contano rispetto al 2009 2mila imprenditori italiani in meno, contro 1.631 stranieri in piu’.

”Lo sviluppo dell’imprenditoria etnica” affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa ”rappresenta una risorsa fondamentale per il tessuto sociale ed economico del nostro Paese. La possibilita’ da parte degli immigrati di creare delle fonti di reddito autonome riduce il rischio di esclusione sociale. La crisi economica, che ha fatto uscire molti stranieri dai circuiti del lavoro dipendente, non ha scoraggiato invece la loro capacita’ di intrapresa che, nell’attivita’ autonoma trova alternative capaci al mantenimento del reddito”.

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