Roma, 27 settembre 2024 – Forza Italia ha deciso di andare avanti sullo Ius Scholae, nonostante le resistenze interne e la freddezza manifestata dagli alleati di centrodestra. La proposta, che prevede la concessione della cittadinanza italiana ai minori stranieri dopo un ciclo scolastico decennale “virtuoso”, è ancora in fase di definizione. Secondo quanto emerso, il testo verrà presentato “a breve” agli altri partiti della coalizione, anche se l’iniziativa ha già sollevato diverse critiche all’interno dello stesso partito azzurro.
Durante un vertice tra i parlamentari di FI, sono state discusse le principali novità della bozza in preparazione. Una delle ipotesi centrali è l’estensione della cittadinanza non solo ai minori nati in Italia, ma anche a quelli nati all’estero, figli di immigrati regolari. Tuttavia, il tema ha creato divisioni all’interno del partito: Licia Ronzulli, tra le voci più critiche, ha sottolineato che la riforma “non è una priorità” e ha espresso disappunto per il modo in cui il tema è stato affrontato, evidenziando che “ci sono tante sensibilità” su questo argomento e che una discussione più ampia sarebbe stata necessaria prima di rendere pubbliche certe proposte.
Tre punti chiave della proposta
Nonostante le tensioni, durante l’incontro guidato dai capigruppo Paolo Barelli e Maurizio Gasparri (con l’assenza di Antonio Tajani, impegnato in una visita ufficiale in Germania), sono stati individuati tre punti centrali della riforma. Il primo è l’estensione dello Ius Scholae anche ai minori non nati in Italia. Il secondo riguarda una modifica allo Ius Sanguinis, che limiterebbe il riconoscimento della cittadinanza italiana agli oriundi solo fino alla seconda generazione, escludendo quindi i discendenti oltre i nonni. Infine, si propone di accorciare i tempi di verifica per la concessione della cittadinanza: chi risiede in Italia da almeno dieci anni potrebbe ottenerla in un solo anno, invece dei tre attuali.
Le discussioni sono ancora in corso riguardo ad altre norme, come quelle relative alla cittadinanza per gli orfani e per i matrimoni. Tuttavia, l’avanzamento della riforma ha suscitato perplessità tra alcuni esponenti del partito, che temono che questa accelerazione possa essere percepita come una “rincorsa alle opposizioni”. La questione è resa ancora più delicata dal fatto che il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle hanno recentemente raccolto 500.000 firme per un referendum sulla cittadinanza, una mossa che alcuni azzurri interpretano come un tentativo di pressione politica.
Le posizioni contrastanti degli alleati
Sul tema della cittadinanza, le distanze con gli altri partiti della coalizione sono evidenti. Matteo Salvini, leader della Lega, ha ribadito che “non si sente nessuna necessità né numerica, né sociologica, né pragmatica di cambiare la legge attuale”, sostenendo che una riduzione dei tempi per la concessione della cittadinanza potrebbe trasformarsi in un fattore di attrazione per l’immigrazione irregolare. Anche la premier Giorgia Meloni ha espresso la sua contrarietà, definendo la legge in vigore “ottima” e affermando che non c’è alcuna urgenza di modificarla.
A queste dichiarazioni ha risposto il capogruppo FI Barelli, che ha cercato di minimizzare le divergenze, sottolineando che Tajani, in un colloquio avuto con Meloni, ha affermato che “nel momento in cui c’è un testo, ci si ragiona”. Barelli ha così voluto chiarire che, nonostante le dichiarazioni degli alleati, la proposta sarà discussa nel dettaglio una volta completata.
Referendum e prospettive
Sul fronte del referendum sulla cittadinanza, Forza Italia mantiene una posizione chiara e contraria, come sottolineato da Gasparri: “Siamo contro la cittadinanza regalata dopo 5 anni, che è un errore totale”. Questo, tuttavia, non sembra frenare l’intenzione del partito di portare avanti la propria proposta, seppur con tempi e modalità che richiederanno ulteriori confronti, sia interni che con gli alleati.
L’incertezza rimane su come evolveranno le dinamiche politiche all’interno della maggioranza, ma è evidente che Forza Italia è determinata a trovare un punto di equilibrio che, sebbene difficile da raggiungere, potrebbe ridefinire il dibattito sulla cittadinanza in Italia.