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Francia. Assemblea Nazionale: sì al test del Dna per i ricongiungimenti

Per chi vuole raggiungere il Paese prevista anche la valutazione della conoscenza della lingua e dei valori della Repubblica

PARIGI – L’ Assemblea nazionale francese ha approvato il progetto di legge sull’ immigrazione che rende più difficili le condizioni del ricongiungimento familiare, autorizzando, a titolo sperimentale fino al 2010, il ricorso ai test del Dna per provare il legame familiare. In casi incerti e controversi la verifica del DNA potrebbe così accertare che le persone richiamate siano veramente i figli dell’immigrato.

Il testo prevede, fra l’ altro, "la valutazione della conoscenza della lingua e dei valori della Repubblica" di chi vuole raggiungere la Francia. L’ esame sarà svolto nel paese d’ origine.La legge, che ora passerà al Senato, è stata approvata dai parlamentari della maggioranza Ump e Nuovo centro. Contro hanno votato socialisti, comunisti e Verdi. Il Partito socialista ha già annunciato un ricorso al Consiglio costituzionale.

L’indicazione governativa, presentata attraverso un sub emendamento, cerca di inquadrare il problema dell’uso della genetica e di valutarne l’impatto e la correttezza.La proposta di utilizzare test per identificare il DNA avanzata dal deputato Thierry Mariani, sarkozista doc, aveva messo in imbarazzo il governo già sotto accusa da parte delle opposizioni per la nuova legislazione sull’immigrazione – la quarta in quattro anni – che prevede una più forte selezione degli immigrati e limiti al ricongiungimento.
I parlamentari hanno intanto dato luce verde al primo articolo della normativa presentata dal ministro Brice Hortefeux che prevede la conoscenza della lingua francese da parte di chi vuole entrare nel paese. Questi ‘esami’ saranno fatti nei paesi d’origine degli aspiranti immigrati che, oltre alla conoscenza di base della lingua dovranno mostrare di avere anche la conoscenza dei valori su cui si fonda la repubblica. Se i test saranno negativi ci sarà un corso di formazione supplementare. Limiti sono stati posti anche ai congiunti stranieri di cittadini francesi.

Le decisioni adottate sono state giudicate "umilianti" e "liberticide" da esponenti socialisti dell’opposizione. Anche i Verdi si sono schierati contro la nuova legislazione che "criminalizza" gli stranieri e ne fa dei "capri espiatori" per tutto quello che non funziona.
Le organizzazioni di difesa dei diritti dell’uomo frattanto denunciano questa nuova iniziativa legislativa per frenare l’immigrazione e sostengono "l’inefficacia" delle politiche repressive. Il presidente della lega dei diritti dell’uomo Jean-Pierre Dubois ha accusato il presidente Sarkozy di avallare "miti xenofobi" per "evitare di affrontare i problemi di fondo della società francese".

(20 settembre 2007)

s.c.

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