“Il dopo-Gheddafi è un incognita”
Roma, 23 febbraio 2011 – “E’ un messaggio che atterrisce. Fa pensare soltanto ad una nuova spirale di violenza in Libia”. Cosi’ il ministro degli Esteri Franco Frattini, di ritorno dalla missione al Cairo, commenta con il ‘Corriere della Sera’ il contenuto dei discorsi di Muhammar Gheddafi in televisione.
“Il problema della Libia – afferma il ministro – e’ che a parte Gheddafi non conosciamo niente altro. Nessun altro politico, partito. E adesso ci e’ impossibile immaginare un futuro, dopo di lui. La natura enigmatica di questo paese ci impedisce di fare ragionamenti analoghi a tutti gli altri del Maghreb pure sconvolti dalle rivolte. Lo impedisce a noi, ma anche a tutti gli altri paesi fratelli”.
“In Libia, in Cirenaica, come e’ noto, ci sono le tribu’: noi non abbiamo idea di chi siano quelli delle tribù”, afferma Frattini. E, con riferimento all’Emirato islamico della Libia dell’est, aggiunge, “Cosi’ si sono autoproclamati loro, adesso. Noi non sappiamo di piu. Sappiamo pero’ che sono pericolosi. Li’ ci sono componenti di Al Qaeda. Per questo fin dal 2006 abbiamo deciso di chiudere il consolato italiano, in Cirenaica. Ma non soltanto”, aggiunge il capo della diplomazia. E spiega: “Sono arrivate minacce di rapimenti a danno di occidentali”.
“La verita’ e’ che li’ non controlliamo piu’ nulla, dalle informazioni messe in giro, alle persone che ci sono. Non abbiamo davvero alcuna idea di cosa possa succedere in Libia, dopo la caduta di Gheddafi”. “Sappiamo pero’ – avverte quindi il ministro – cosa ci aspetta quando verra’ giu’il sistema Paese Libia: un’ondata anomala di 2-300mila immigrati. Ovvero dieci volte il fenomeno degli albanesi negli anni Novanta”.
“In Libia un terzo della popolazione non e’ libica, ma subsahariana. Stiamo parlando di due milioni e mezzo di persone che se viene giu’ il sistema paese scappano perche’ rimangono senza lavoro. Non tutti in Italia, per carita’. Dalla Cirenaica, da Bengasi, e’ molto piu’ vicina la Grecia. Ma se andiamo a guardare, alla fine, quelle stime sono decisamente basse. E’ un esodo biblico, un problema che ogni italiano non puo’, non deve sottovalutare”, conclude Frattini.