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Gabriele Fava (Inps): “L’Integrazione qualificata degli extracomunitari come risorsa per l’Italia”

Roma, 23 gennaio 2025 – Durante il convegno “Migrazione: da fenomeno sociale a fattore identitario”, tenutosi presso Palazzo Wedekind, il presidente dell’INPS, Gabriele Fava, ha affrontato un tema cruciale per il futuro dell’Italia: l’integrazione qualificata dei migranti. Secondo Fava, tale approccio rappresenta non solo una risposta al fabbisogno delle imprese, ma anche un’opportunità per rendere il Paese ancora più attrattivo.

“L’Italia è ancora un Paese attrattivo,” ha dichiarato Fava, “ma possiamo fare di più per garantire un’integrazione virtuosa, che risponda a necessità specifiche con un ingresso qualificato di manodopera.” In parallelo, il presidente ha sottolineato l’importanza di un piano di “reshooring”, mirato a riportare in Italia i giovani emigrati.

La migrazione in Italia: dati e tendenze

Nel corso del suo intervento, Fava ha offerto un quadro dettagliato della situazione migratoria e occupazionale in Italia. Secondo il rapporto “Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia 2024” del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel 2023 gli occupati stranieri erano quasi 2,4 milioni, rappresentando oltre il 10% della forza lavoro totale. I settori più coinvolti sono:

  • Servizi personali e collettivi: 30,4% degli occupati stranieri
  • Agricoltura: 18%
  • Ristorazione e turismo: 17,4%
  • Costruzioni: 16,4%

Le assunzioni di stranieri hanno visto un incremento significativo, con 2,5 milioni di rapporti di lavoro attivati nel 2023, segnando un +4,7% rispetto al 2022. Nel settore Industria e Servizi, le assunzioni hanno superato 1 milione, registrando un aumento del 70% negli ultimi cinque anni.

Migrazioni italiane: uno sguardo al passato e al presente

Fava ha anche richiamato l’attenzione sul fenomeno dell’emigrazione italiana, un tema spesso trascurato. “Gli italiani sono stati, e continuano ad essere, un popolo di migranti,” ha ricordato. I dati sulle pensioni pagate all’estero riflettono due grandi ondate migratorie:

  1. Dopo il secondo conflitto mondiale fino agli anni ’70: Questo periodo ha prodotto la maggioranza delle pensioni attualmente in pagamento all’estero.
  2. Dal 2007 in poi: Una nuova ondata migratoria, motivata da spinte e condizioni economiche differenti rispetto al passato.

Queste due fasi storiche hanno dato vita a tipologie pensionistiche diverse, evidenziando l’evoluzione delle motivazioni e delle conseguenze dei flussi migratori.

Un futuro di integrazione virtuosa?

Concludendo, Fava ha ribadito l’importanza di affrontare il fenomeno migratorio in modo proattivo e lungimirante. Un modello di integrazione qualificata può trasformare una sfida in un’opportunità, rispondendo alle esigenze del mercato del lavoro e, al contempo, valorizzando le competenze dei migranti. L’obiettivo è chiaro: costruire un’Italia più inclusiva e competitiva sul piano globale.

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