Secondo il ministro delle politiche agricole "non e’ accettabile chiudere gli occhi di fronte a episodi di sfruttamento" Roma, 8 gennaio 2011 – ”Con l’occasione dell’incontro che si e’ avuto presso il ministero, ritengo di dover sottolineare ancora una volta il valore sia politico che etico, nonche’ sociale, di questioni che coinvolgono lavoratori extracomunitari impegnati in agricoltura, siano questi regolari oppure clandestini”.
Ad affermarlo in una nota e’ il ministro delle politiche agricole, Giancarlo Galan. Infatti, sottolinea il ministro, ”al di la’ dell’inflessibile rispetto della legge, non e’ accettabile chiudere gli occhi di fronte a episodi di violenza e di sfruttamento che rendono tra l’altro insicure alcune aree agricole del nostro Paese, dove, appunto, piu’ forte e’ la presenza di lavoratori extracomunitari. In ogni caso, si tratta di questioni assai rilevanti e che andrebbero affrontate con interventi e decisioni coordinate tra il Ministero delle politiche agricole, il Ministero degli affari regionali, il Ministero dell’Interno e i Presidenti di Regione interessati dal fenomeno”.
Per fortuna, da un anno a questa parte, rileva Galan, ”c’e’ stata una forte reazione civile e politica a sostegno delle richieste di chi lavora nel rispetto della legge, un rispetto che deve esserci sia da parte di chi assume lavoratori, sia da parte degli stessi lavoratori sia delle istituzioni”. Piu’ che opportuno, per esempio, sottolinea Galan, ”mi appare il contenuto del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri datato 30 novembre 2010 e pubblicato sulla gazzetta ufficiale in data 31 dicembre 2010”.
Questo decreto, rileva il ministro, ”stabilisce che il datore di lavoro intenzionato a presentare la domanda di ingresso di un cittadino extracomunitario deve poter dimostrare di avere reddito adeguato e soprattutto la disponibilita’ di un alloggio idoneo per la persona o le persone che intende assumere. Per concludere, e’ indispensabile compiere per davvero un’opera di pulizia politica ed etica contro il lavoro nero, contro il persistente fenomeno del caporalato, contro chiunque sfrutti uomini e donne che spesso si trovano a vivere e a lavorare nel nostro Paese indifesi contro tutti e contro tutto”.