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Genova: la Lega contro il centro interreligioso

Bruzzone: "Diciamo no, perchè diventerebbe mono-religioso". I musulmani: "l’apertura sarebbe un bene per tutti"

Genova – 7 agosto 2008 – In Italia, abbinare la parola “moschea” all’aggettivo “nuova” crea automaticamente inquietudine e proteste. Si agitano gli animi di politici e cittadini e la questione si trasforma in problema da combattere fino in fondo. È ciò che sta succedendo anche a Genova, dove il malcontento sulla questione continua. E se si cerca di far incontrare in un unico luogo di culto credenti di religioni diverse, le cose non migliorano.

La Lega Nord si è mobilitata contro il progetto del sindaco Marta Vincenzi (Pd) di istituire un centro interreligioso (per cristiani, ebrei e musulmani) nel medioevale complesso della Commenda di Pre’, l’antico ospizio fondato dai frati gerosolimitani per i pellegrini diretti in Terra Santa ed i crociati. Il progetto rinnova le divisioni in città sulla costruzione di una moschea a Genova. Ma la prima cittadina ha già confermato di voler insistere sul progetto, nel solco dell’idea di città tollerante, multiculturale ed accogliente da lei portata avanti.

“Noi diciamo no alla moschea e al centro – spiega Francesco Bruzzone, segretario regionale della Lega ed ex presidente del consiglio regionale nella scorsa legislatura a maggioranza di centrodestra – perchè diventerebbe un centro mono-religioso. I cristiani hanno la chiesa di San Giovanni attigua alla Commenda, gli ebrei hanno la sinagoga. E così la Commenda, simbolo della cristianità genovese sarebbe solamente in mano ai musulmani”.

Tra bandiere e magliette bianche con la croce di San Giorgio, vessillo dei genovesi, i leghisti spiegano le ragioni del rifiuto e i timori che una moschea possa diventare un centro di reclutamento per terroristi. “Questo palazzo – dice Alessio Piana, consigliere comunale – serviva come ricovero per i pellegrini cristiani e per i crociati che tornavano feriti dalla Terra Santa. Per lungo tempo sono state conservate qui le reliquie di San Giovanni Battista. Piuttosto assegnino la Commenda per sostenere la storia della città”.

Ma Yassim, uno dei tanti extracomunitari seduti al bar di fianco al glorioso complesso, scuote la testa e dice: “Non riesco a capire il motivo di queste proteste, non riesco a capire perchè noi musulmani non possiamo venire a pregare qui”.

“L’apertura del centro – prosegue Yassim, marocchino di 35 anni – sarebbe un bene per noi e per voi. Noi terremmo pulita la piazza. Qui non ci sarebbero più persone ubriache, bottiglie in strada e gente che fa i bisogni”. “E poi – interviene un ragazzo del Senegal – sarebbe soltanto per un paio di ore un giorno alla settimana, il venerdì”. Ma per i leader del Lega ligure ci sarebbe anche un rischio sicurezza legato al terrorismo. “La moschea è un luogo aperto a tutti – taglia corto Yassim – chiunque può entrare e controllare che non si fa altro che pregare”.

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