Roma, 8 gennaio 2016 – Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha perorato ancora una volta la causa di un diritto d’asilo europeo e, in un’intervista alla Stampa, ha sottolineato il rischio che “salti Schengen” a causa degli accordi di Dublino: “La difesa rigida di regole per l’immigrazione, superate dai tempi, incrina una delle maggiori conquiste europee: la liberta’ di circolare”.
“Su questo tema – ha detto provocatoriamente il capo della Farnesina – l’Unione somiglia a un condominio dove ciascuno litiga coi vicini”. Gentiloni ha difeso l’azione dell’Italia, criticata sugli hotspot, affermando che il nostro Paese “e’ assolutamente in linea con il programma approvato a Bruxelles – e contrattacca -sulle registrazioni stiamo facendo quello che dovevamo, mentre su ricollocazione e rimpatri l’Unione e’ molto indietro”.
Sulla delicata situazione in Libia, Gentiloni ha ribadito la posizione del governo italiano su un ipotetico intervento militare: “Nel momento in cui il nuovo governo libico lo chiedesse, l’Italia e altri paesi non farebbero mancare un sostegno alle esigenze di sicurezza. Pero’ deve essere chiaro che nessuno pensa a blitz e a esibizioni muscolari ma solo ad accompagnare la stabilizzazione”.