Immigrazione come "energia vitale" e cittadinanza alle seconde generazioni. La linea del Capo dello Stato
Roma – 22 aprile 2013 – Gli immigrati sono una risorsa irrinunciabile per l’Italia, i loro figli sono italiani.
Questo, in una riga, il Napolitano – pensiero sull’immigrazione. Una linea che il presidente della Repubblica ha tenuto ferma negli ultimi sette anni e dalla quale difficilmente si discosterà nel suo nuovo mandato al Quirinale, iniziato oggi con il giuramento davanti al Parlamento.
Perché, come ha spiegato nel suo più recente discorso di fine anno, "l’Italia che vorremmo nella pienezza dei suoi valori civili e culturali"è un Paese che sa "accogliere chi arriva per cercare protezione da profugo o lavoro da immigrato e offrendo l'apporto di nuove risorse umane per il nostro sviluppo". Un Paese "da far crescere aperto e inclusivo", che si chiede "se è concepibile" che minori nati e cresciuti qui "restino stranieri".
Per Giorgio Napolitano non è solo inconcepibile non riconoscere a quei ragazzi la cittadinanza italiana, ma "è un'autentica follia, un'assurdità". "Senza questi ragazzi – spiegò incontrandone alcuni nel 2011 al Quirinale – il nostro Paese sarebbe decisamente più vecchio e avrebbe minore capacità di sviluppo. Senza il loro contributo futuro alla nostra società e alla nostra economia, anche il fardello del debito pubblico sarebbe ancora più difficile da sostenere".
"All'interno dei vari progetti di riforma delle norme sulla cittadinanza – sottolineò il Presidente – la principale questione aperta rimane oggi quella dei bambini e dei ragazzi. Molti di loro non possono considerarsi formalmente nostri concittadini perché la normativa italiana non lo consente, ma lo sono nella vita quotidiana, nei sentimenti, nella percezione della propria identità".
Parole rimaste lettera morta sotto gli ultimi due governi: al nuovo Parlamento, e al governo che verrà, il compito di farne un nuovo punto di partenza. I figli degli immigrati continuino a sperare, hanno ancora uno sponsor al Quirinale.
E i loro genitori? "Gli immigrati in Italia – ha scritto qualche mese fa Giorgio Napolitano – costituiscono una componente essenziale della popolazione, come forza lavoro e anche fonte di energia vitale per una società che invecchia".
"L'ostilità nei confronti dell'immigrazione deve perciò essere considerata un rifiuto della realtà, frutto di ingiustificate paure troppo spesso alimentate nel dibattito pubblico. Il fenomeno immigratorio, che è inevitabile, deve essere perciò accompagnato da politiche adeguate, perché a coloro che vengono a lavorare in Italia sia attribuito il rispetto che meritano, nell'osservanza delle nostre leggi".
"Un Paese che torni a crescere, che voglia essere un luogo di aperta convivenza civile è l'Italia a cui tutti i migranti potranno guardare con fiducia. Ed è l'Italia – dice il Presidente della Repubblica – che auguro a tutti noi".
EP