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Giornali. “Direttori solo italiani? È una discriminazione”

Il parere dell’Unar sull’articolo 3 della legge sulla stampa. Appello al Parlamento per cambiarlo e “ristabilire la parità di trattamento”

 

Roma – 30 settembre 2011 – “Ogni   giornale   o   altro   periodico  deve  avere  un  direttore responsabile. Il direttore   responsabile  deve  essere  cittadino  italiano” recita l’articolo tre della legge sulla stampa (L. 47/1948). È una norma che risale al dopoguerra e negli ultimi anni ha mostrato tutti i suoi limiti.

L’Italia è ormai un grande paese di immigrazione  e conta sempre più giornalisti con passaporto non italiano. Questi si vedono però preclusa la possibilità di dirigere delle testate, paradossalmente anche di quelle  in lingua, dedicate alle loro comunità d’origine. Un’esclusione che ora sembra illegittima anche all’Ufficio Nazionali Antidiscriminazioni Razziali, che chiede di modificare la legge.

A chiedere l’intervento dell’Unar è stata all’inizio di agosto l’Associazione Nazionale Stampa Interculturale, promossa e costituita da giornalisti di origine straniera, dopo che una di questi, Domenica Canchano, si è vista negare dal tribunale di Genova la possibilità di registrare una testata sul web.  Canchano già collabora con il dorso locale di Repubblica, ma  quel divieto, denunciava l’Ansi, “rappresenta un’evidente barriera nell’evoluzione del suo percorso professionale”.

“Non è il primo caso di questo tipo che ci viene segnalato” sottolineava l’associazione. “Abbiamo diversi associati di passaporto non comunitario e ci preoccupa che si stia anche configurando un quadro di violazione della libertà di stampa laddove esistono testate italiane in lingue straniere meno diffuse (ad esempio testate in lingua comune cinese) che hanno chiaramente bisogno di giornalisti iscritti all’Ordine che le conoscano per assumerne la responsabilità e pochi tra costoro sono anche cittadini comunitari”.

Lunedì scorso è arrivata la risposta dell’Unar con un dettagliato parere legale. “Sembra corretto affermare – scrive il consigliere Oriana Calabresi –  che la legge sulla stampa, se considerata nel suo tenore letterale, appare a questo Ufficio comportante una discriminazione indiretta nei confronti degli stranieri extracomunitari là dove richiede il requisito della cittadinanza italiana per il direttore responsabile di ogni giornale o altro periodico”.

Anche alcuni tribunali italiani sono già arrivati a questa conclusione, permettendo a giornalisti stranieri di diventare direttori responsabili. L’Unar ha però chiesto già l’anno scorso, nella sua relazione annuale al Parlamento, di modificare la legge sulla stampa eliminando quella norma discriminatoria. Finora, però, deputati e senatori sembrano aver ignorato questo appello ad “assicurare la piena parità di trattamento”.

L’Ansi, intanto, non molla.  Definisce “senz’altro importante” il parere dell’Unar e chiede ora di “approfondire il tema dell’adeguamento della normativa alla realtà di un’Italia da anni multiculturale e richiedere l’appoggio delle organizzazioni di categoria per sostenere la modifica della legge nella direzione di apertura e non di chiusura verso colleghi che da anni lavorano regolarmente nel Paese”.

Elvio Pasca

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