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Giornata della Memoria e dell’Accoglienza: undici anni dal naufragio di Lampedusa

Roma, 3 ottobre 2024 – Oggi, 3 ottobre 2024, si celebra l’undicesimo anniversario della tragedia del naufragio al largo di Lampedusa, avvenuto nel 2013, in cui persero la vita 368 migranti. Ogni anno, in questa data, l’Italia commemora le vittime di quella catastrofe con la Giornata nazionale della Memoria e dell’Accoglienza, un momento di riflessione non solo su quell’evento, ma anche sulle continue tragedie che segnano la rotta del Mediterraneo.

In questi anni, il numero di vittime nel Mediterraneo è diventato drammaticamente più alto: dal 1990 ad oggi, oltre 66.000 persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa. Solo nel 2024, tra gennaio e settembre, si sono registrati 1.562 morti o dispersi, tra cui molti bambini, donne e uomini, un segno tangibile del peggioramento delle condizioni di sicurezza sulle rotte migratorie.

La risposta della comunità di Sant’Egidio e i corridoi umanitari

Stasera, la Comunità di Sant’Egidio ricorderà le vittime con una veglia di preghiera a Roma, sottolineando l’urgenza di fare di più per prevenire altre tragedie. La Comunità ribadisce che è necessario continuare le operazioni di soccorso in mare e facilitare l’ingresso legale di migranti, anche per far fronte alla crisi demografica che affligge l’Italia. I Corridoi Umanitari, un’iniziativa nata proprio in seguito alla strage di Lampedusa, hanno permesso di portare in Europa oltre 7.700 profughi, offrendo loro un’alternativa sicura e legale ai pericolosi viaggi sui barconi.

Grazie a questo progetto, finanziato autonomamente, la Comunità di Sant’Egidio, insieme ad altre realtà religiose, ha contribuito non solo a salvare vite umane, ma anche a favorire l’integrazione di questi profughi, molti dei quali oggi sono una risorsa per il Paese.

Le critiche del centro Astalli e la situazione attuale

Il Centro Astalli, servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia, sottolinea l’importanza di mantenere viva la memoria di quel tragico giorno e delle vittime che continuano a morire nel Mediterraneo. Il presidente, Padre Camillo Ripamonti, ha denunciato un atteggiamento di “complice indifferenza” da parte delle istituzioni, che non solo non hanno fatto abbastanza per prevenire ulteriori tragedie, ma in alcuni casi hanno anche criminalizzato coloro che tentano di fuggire da guerre, persecuzioni e povertà.

Ripamonti ha ribadito che il soccorso in mare dovrebbe essere una responsabilità degli Stati, e non solo delle organizzazioni non governative, come avviene ancora oggi. Inoltre, ha chiesto più volte l’apertura di vie legali per l’ingresso dei migranti, ponendo fine a politiche che etichettano i migranti come clandestini e li costringono a scegliere rotte pericolose.

Una tragedia lontana dall’essere risolta

A undici anni di distanza dalla strage di Lampedusa, la situazione sembra essere ancora molto lontana da una risoluzione. Le rotte migratorie sono sempre più pericolose, e le politiche migratorie europee e nazionali non sono riuscite a fermare l’onda di tragedie. La Giornata della Memoria e dell’Accoglienza resta un momento importante per riflettere su ciò che è stato fatto e su quanto resta ancora da fare affinché nessun’altra vita sia spezzata nel Mediterraneo.

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