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Giovani lavoratori italiani e stranieri: diritti di serie B per chi paga le pensioni

Niente da fare. Le pensioni non si toccano!

Come se la vecchia generazione che governa l’Italia non si fosse già messa in tasca più ricchezza di quanta ne ha prodotta!

Si sa hanno fatto l’Italia così com’è, e gliene siamo grati.

Dinanzi a questo gran merito cosa saranno mai quei 1.400 miliardi di euro di debito pubblico che hanno piazzato sulle spalle delle nuove generazioni.

Solo degli stolti, poi, potrebbero negargli di andare in pensione quando gli pare con il 70% dell’ultimo stipendio percepito. Che importa se un trentenne di oggi andrà in pensione non prima dei 65/67 anni con appena il 30% dell’ultimo stipendio percepito.

Vergogna!

L’egoismo della vecchia generazione che governa l’Italia non ha davvero limiti. Incuranti di tutto e di tutti sono pronti a distruggere quello stesso wellfare che loro hanno costruito pur di mettersi qualche soldo in più in tasca.

Non credete che siano egoisti? Allora, eccovi l’ennesimo esempio.

Sulle pagine del "Corriere delle Sera", Massimo Livi Bacci, accademico dei Lincei e docente di Demografia all’università di Firenze, lo dice senza mezzi termini: "il sistema Italia si regge solo e soltanto grazie alle generose iniezioni di forza lavoro garantite dall’immigrazione."

Certo, perché in un Paese che non fa abbastanza figli i lavoratori stranieri non soltanto svolgono lavori che altrimenti nessuno farebbe, mantenendo basso il costo di molti beni e servizi (per tutti valga l’esempio dell’assistenza domiciliare agli anziani), ma finiscono anche per pagare le pensioni ai vecchi italiani attraverso i contributi che mensilmente versano.

Bisognerebbe, quindi, essere grati a questi 2.000.000 di giovani uomini e donne che ogni giorno contribuiscono a tenere in piedi il nostro Paese.

Ed invece no!

Provate a chiedere a chi ci governa di riconoscere ai lavoratori stranieri il diritto al voto almeno nelle elezioni amministrative. Ve ne diranno di tutti i colori.

Ma allora provate a chiedere qualcosa di meno. Magari che a tutti i cittadini stranieri che vivono, lavorano e pagano le tasse in Italia venga dato il diritto all’assegno di maternità, il diritto all’invalidità civile, il diritto di accesso all’edilizia domiciliare residenziale pubblica o gli altri diritti di assistenza sociale.

Scoprirete che questi diritti spettano soltanto a quei pochi che riescono ad avere, dopo 6 anni di regolare permanenza in Italia, un documento sconosciuto ai più che si chiama carta di soggiorno. Ma allora facciamo pagare i contributi soltanto dopo il rilascio della carta di soggiorno!

No, i contributi si pagano subito, mentre una lavoratrice straniera sappia che se farà un figlio prima di avere la carta di soggiorno non avrà diritto neanche ad uno straccio di assegno di maternità. Allo stesso modo un lavoratore straniero sappia che se diventerà cieco o se finirà su di una sedia a rotelle prima di avere la solita carta di soggiorno lo stato non si occuperà di lui.

Per non parlare, poi, dell’efficienza degli uffici che rilasciano i permessi di soggiorno. Ormai si attende dai 7 ai 9 mesi per averne uno, anche se si tratta soltanto di un rinnovo.

Servizi, diritti e pensioni di serie B per cittadini di serie B. Anche se quando pagano le tasse diventano di serie A!

E allora, siamo o non siamo governati da una vecchia generazione egoista e rapace che relega alla condizione di "stranieri in Italia" i suoi giovani benefattori italiani e non?

Per i giovani sfruttati italiani e non una consolazione ed insieme una consapevolezza, siamo in tanti e presto o tardi toccherà a noi governare ed allora ci ricorderemo di come siamo stati trattati.



Berlusconi ci ha provato, ma il massimo che è riuscito ad ottenere è stato un gran trambusto, ed i soliti veti incrociati già promettono una finta riforma il cui unico risultato sarà quello di aumentare del 30% lo stipendio di chi rinuncia ad avvalersi dell’ingiusto diritto ad andare in pensione prima dei 65 anni.

(27 agosto 2003)

Gianluca Luciano

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