Il piano del governo conservatore per coprire i costi degli overstayers. Partirà sperimentalmente con chi arriva da India, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka, Nigeria e Ghana
Roma – 24 giugno 2013 – Fino a tremila sterline di deposito per ottenere un visto per la Gran Bretagna.
Un costoso futuro aspetta chi arriverà nel Regno Unito dall’India, dal Pakistan, dalla Nigeria e da altri paesi considerati ad alto rischio di immigrazione illegale. Se non torneranno a casa alla scadenza del loro visto, oltre ad essere passibili di un’espulsione, come già succede adesso, perderanno anche i soldi depositati.
Il piano, anticipato da The Sunday Times, è stato messo in cantiere dal ministro dell’interno Theresa May e partirà in via sperimentale, coinvolgendo solo qualche centinaio di aspirante immigrato, a fie autunno. Si ispira a un sistema in vigore in Australia, ma secondo molti riflette le pressioni subite anche dai Conservatori di fronte all’avanzata dell’Ukip, il partito populista che nel suo programma ha una forte limitazione dell’immigrazione.
“Questo è il prosismo passo per rendere più selettivo il nostro sistema dell’immigrazione, facendo scendere l’immigrazione netta da centinaia di migliaia a decine di migliaia , ma continueremo da dare il benvenuto agli immigrati migliori e più brillanti” ha detto May. “Nel lungo periodo, siamo interessati a un sistema di cauzioni che farà da deterrente per gli overstayes e coprirà i costi de uno straniero ha utilizzato i nostri servizi pubblici”.
I piano inizialmente colpirà chi arriva da India, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka, Nigeria e Ghana, Paesi che in base alle statistiche sono più a rischio di overstayers. I loro cittadini maggiorenni dovranno depositare 3mila sterline per avere un visto per turismo della durata di sei mesi. Pare però che il governo voglia allargare il sistema anche a tutti i Paesi e a tutte le tipologie di rischio. I cittadini dell’Ue, in ogni caso, sarebbero esentati.
Prevedibili le obiezioni delle associazioni per i diritti degli immigrati. Anche se non si tratta di una vera e propria tassa d’ingresso, la cauzione è comunque un ostacolo in più, che penalizza chi ha meno disponibilità di denaro. E, non colpendo tutti, ma solo i cittadini di alcuni Paesi, prima ancora di entrare in vigore fa già gridare alla discriminazione.
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