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“I figli degli immigrati sono stranieri”

Polemica per le parole dell’assessore alla scuola di Roma. Che poi precisa: "Nessuna accezione negativa, lo dice la legge"

Roma – 16 settembre 2010- Fanno discutere le considerazioni dell’assessore capitolino alla Scuola, Laura Marsilio, sui figli degli immigrati nelle scuole italiane. ”Anche se questi bimbi sono nati in Italia è sbagliato considerarli non stranieri” ha detto stamattina Marsilio visitando la scuola elementare  Carlo Pisacane, una delle più multietniche di Roma.

“Non è solo un fatto anagrafico, ma è una questione culturale. E’ bene – ha aggiunto l’assessore – che questi bambini nati in Italia possano convivere con quelli di origine italiana. Si favorisce un sentimento di appartenenza se a loro viene data l’opportunità di stare anche con gli italiani”.

Considerare italiani i bimbi stranieri nati in Italia, ha concluso, ”è un’idea sbagliata di integrazione. È grave pensarla così. È aberrante di un plesso con soli stranieri perché l’integrazione significa scambio e non solo isolamento in una scuola”.

A sconfessare la linea della Marsilio è intervenuto lo stesso sindaco di Roma, Gianni Alemanno.   "L’assessore Marsilio si e’ espressa male in chiave istituzionale e legislativa: in Italia non esiste diritto di cittadinanza in base alla nascita ma voglio sottolineare con chiarezza che i bambini che nascono nella nostra città sono un patrimonio per Roma e non mi sento di definirli stranieri" ha detto il sindaco.

“Chi pensa che i bambini nati in Italia da genitori non italiani siano degli stranieri è fuori da ogni civiltà” si legge in una nota del Partito Democratico di Roma, che chiede le dimissioni di Marsilio. E il deputato Pd Andrea Sarubbi, firmatario di una proposta di riforma della cittadinanza che apre alle seconde generazioni, sottolinea che “questi bambini, che condividono con i loro coetanei oltre ai banchi di scuola anche sogni, speranze e passioni, non aspetteranno certo il placet del ministro o dell’assessore di turno per sentirsi italiani".

Dopo le polemiche, Marsilio ha diffuso una nota in cui dice di considerare "un patrimonio e una risorsa la presenza e la nascita nella nostra citta’ di bambini figli di immigrati". "Ho usato il termine ‘stranieri’ verso i figli di immigrati – precisa l’assessore – senza voler dare nessuna accezione negativa a questo termine e non comprendo come sia potuto avvenire questo equivoco. Ho utilizzato semplicemente le parole della normativa vigente nel nostro Paese che non conferisce automaticamente la cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati in Italia".

"Ma soprattutto ho voluto sottolineare la necessita’, secondo quanto previsto dalla circolare del ministro Gelmini, di includere nelle stesse classi scolastiche sia bambini di origini italiane che bambini figli di immigrati – conclude l’assessore – Questa e’ la condizione per evitare che le classi scolastiche divengano dei ghetti monoculturali. Il nostro obiettivo rimane quello di un’autentica integrazione, che e’ la premessa necessaria per fare di questi bambini dei futuri cittadini italiani"

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