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I giovani immigrati lavorano di più ma guadagnano meno degli italiani

Indagine della Fondazione Leone Moressa sui giovani stranieri fra i 15 e i 30 anni

ROMA, 4 febbraio 2012 – Rispetto ai coetanei italiani i giovani d’origine straniera che vivono in Italia sono più attivi nel mercato del lavoro, meno disoccupati, hanno contratti più stabili, lavorano più vicino a casa, ma hanno uno stipendio più basso.

L’identikit del giovane lavoratore straniero è stato tracciato dal nuovo studio della Fondazione Leone Moressa.

Secondo la studio in Italia ci sono 455mila giovani occupati stranieri: il 14,2% di tutti gli occupati tra i 15 e i 30 anni. I disoccupati sono invece poco meno di 100mila, in proporzione rappresentano l’11,8% di tutti i disoccupati di questa fascia di età.
I giovani occupati stranieri provengono in prevalenza dai Paesi dell’Est Europa: il 31% dalla Romania, il 16,6% dall’Albania e il 3,5% dalla Moldavia. Il 6,1% è invece marocchino, il 3,3% filippino e appena il 3,1% è cinese.

Lo studio evidenzia come gli stranieri, oltre a essere più attivi nel mercato del lavoro, mostrano livelli di occupazione più elevati rispetto ai propri coetanei italiani e registrano tassi di disoccupazione inferiori (17,2% contro 20,4%). I giovani stranieri che sono senza lavoro tendono a trovarlo in tempi più rapidi rispetto agli italiani, dal momento che il periodo di disoccupazione è di poco più di un anno.

Rispetto agli italiani – dice lo studio –  gli immigrati mostrano livelli di scolarizzazione medio-bassi e ricoprono professioni dalla bassa qualifica, ricevendo delle retribuzioni inferiori: 939 euro netti al mese, 70 in meno dei coetanei italiani e lavorano in orari più disagiati. Nonostante la maggior parte di essi non superi la licenza media, quasi il 36% è sottoinquadrato, ossia possiede un titolo di studio più elevato rispetto a quello prevalentemente richiesto dal mercato.

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