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I leader Ue: frontiere blindate e patti con l’Africa per fermare i migranti

Guardia di frontiera europea, controlli sui viaggiatori, ma soprattutto accordi con i Paesi di origine e di transito: sviluppo e commercio in cambio di lotta ai flussi irregolari e collaborazione nei rimpatri. Le conclusioni del Consiglio Europeo

 

 

Bruxelles – 21 ottobre 2016 – L’importante è che migranti e profughi restino fuori. Nel dibattito sull’immigrazione dei leader dell’Ue riunitisi ieri a Bruxelles per il Consiglio Europeo non si è parlato di accoglienza e integrazione, ma di come fermare i flussi all’esterno dei confini dell’Ue. 

Per “proteggere le frontiere esterne”, si legge nelle conclusioni del vertice, si punta sulla nuova guardia di frontiera e costiera europea, alla quale i singoli Stati stanno ora fornendo uomini e mezzi perchè sia pienamente operativa “entro la fine dell’anno”. Il Consiglio vuole inoltre controlli sistematici su tutti i viaggiatori che attraversano le frontiere esterne dell’UE, compresi dei controlli preventivi su quelli che non hanno l’obbligo di visto. 

Perno della strategia per affrontare i flussi migratori rimane però il cosiddetto “quadro di partenariato per la cooperazione” con i Paesi di origine e di transito, in particolare africani. I leader spiegano che l’obiettivo sono “risultati specifici e misurabili quanto alla prevenzione della migrazione illegale e al rimpatrio dei migranti irregolari”, facendo leva su  “tutti i pertinenti strumenti, mezzi e politiche di cui l’UE dispone, compresi lo sviluppo e il commercio”.

Sono già partiti i negoziati con Nigeria, Mali, Niger, Senegal ed Etiopia e il Consiglio ha fretta di capire funzionano. Ha chiesto infatti all’Alto rappresentante per la poliica estera dell’Ue Federica Mogherini di presentare al vertice di dicembre “i progressi ottenuti con i cinque paesi africani selezionati e i primi risultati conseguiti in termini di arrivi e rimpatri”.

Ecco le conclusioni sull’immigrazione del Consiglio Europeo di ieri:

 

 

“I. MIGRAZIONE 

1. Il Consiglio europeo ha fatto il punto degli ultimi sviluppi relativi alla politica migratoria globale dell’UE, sottolineando l’importanza dell’attuazione. Il dibattito si è incentrato in particolare sulla dimensione esterna. 

Proteggere le frontiere esterne 

2. L’entrata in vigore del regolamento relativo alla guardia di frontiera e costiera europea in data 6 ottobre e le iniziative a livello nazionale rappresentano passi importanti nel rafforzamento del controllo delle nostre frontiere esterne e nel ritorno a Schengen attraverso l’adeguamento dei controlli temporanei alle frontiere interne per rispecchiare le attuali esigenze. Gli Stati membri stanno ora mettendo a disposizione della guardia di frontiera e costiera europea personale e attrezzature, in modo da raggiungere la piena capacità di reazione rapida e di rimpatri entro la fine dell’anno. 

3. Il Consiglio europeo chiede una rapida adozione del codice frontiere Schengen riveduto che impone controlli sistematici su tutti i viaggiatori che attraversano le frontiere esterne dell’UE e invita il Consiglio a definire la sua posizione su un sistema di ingressi/uscite prima della fine del 2016. Attende con interesse l’imminente proposta della Commissione relativa alla creazione di un sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (ETIAS) per consentire controlli di sicurezza preventivi dei viaggiatori esenti dall’obbligo di visto e, se necessario, negare loro l’ingresso. 

Affrontare i flussi migratori 

a) Prevenire la migrazione illegale lungo la rotta del Mediterraneo centrale 

4. Occorrono maggiori sforzi per contenere i flussi di migranti irregolari, in particolare dall’Africa, e migliorare i tassi di rimpatrio. Riconoscendo il considerevole contributo, anche di natura finanziaria, apportato negli ultimi anni dagli Stati membri in prima linea, il Consiglio europeo: 

• rammenta l’importanza di continuare i lavori in vista dell’attuazione di un quadro di partenariato per la cooperazione con i singoli paesi di origine o di transito, con un’enfasi iniziale sull’Africa. Il suo obiettivo è perseguire risultati specifici e misurabili quanto alla prevenzione della migrazione illegale e al rimpatrio dei migranti irregolari, nonché creare e applicare le necessarie leve, servendosi di tutti i pertinenti strumenti, mezzi e politiche di cui l’UE dispone, compresi lo sviluppo e il commercio; 

• rammenta la necessità di affrontare le cause profonde della migrazione nella regione, anche mediante il sostegno agli sfollati nella regione, contribuendo così a prevenire la migrazione illegale, e sottolinea il contributo del piano d’azione di La Valletta e della proposta di piano per gli investimenti esterni in questo contesto. Accoglie con favore la dichiarazione di New York per i rifugiati e i migranti e invita tutti gli attori globali ad assumersi le proprie responsabilità al riguardo; 

• prende atto della prima relazione della Commissione sui progressi compiuti relativamente al quadro di partenariato con i paesi terzi nell’ambito dell’agenda europea sulla migrazione; 

• invita l’alto rappresentante, anche in qualità di vicepresidente della Commissione, a presentare alla riunione del Consiglio europeo di dicembre i progressi ottenuti con i cinque paesi africani selezionati e i primi risultati conseguiti in termini di arrivi e rimpatri. Fornirà orientamenti per i futuri lavori relativi ai patti e valuterà se estendere l’approccio ad altri paesi; 

• invita tutti gli attori a proseguire la stretta cooperazione sui patti al fine di intensificare i risultati operativi, e gli Stati membri a rafforzare le procedure amministrative nazionali per i rimpatri. 

b) Mantenere e rafforzare il controllo della rotta del Mediterraneo orientale 

5. Una stabilizzazione duratura della situazione lungo la rotta del Mediterraneo orientale richiede l’ulteriore attuazione della dichiarazione UE-Turchia e il proseguimento del sostegno per i paesi situati lungo la rotta dei Balcani occidentali. Il Consiglio europeo chiede: 

• ulteriori sforzi tesi ad accelerare i rimpatri dalle isole greche alla Turchia, in linea con la dichiarazione UE-Turchia, in particolare potenziando l’efficienza e la velocità delle procedure di asilo; 

• la rapida nomina di coordinatori permanenti presso i punti di crisi in Grecia; 

• la piena risposta degli Stati membri alle richieste di risorse che le pertinenti agenzie dell’UE hanno ritenuto essere necessarie per assistere la Grecia; 

• ulteriori progressi sull’intera gamma di impegni contenuti nella dichiarazione UE-Turchia nei confronti di tutti gli Stati membri, anche riguardo alla liberalizzazione dei visti. Si invitano i colegislatori a raggiungere un accordo nelle prossime settimane sulla revisione del meccanismo di sospensione applicato ai visti. 

6. Il Consiglio europeo accoglie con favore i progressi effettuati nello sviluppo dei patti con il Libano e la Giordania al fine di migliorare il sostegno per i rifugiati e le comunità di accoglienza in entrambi i paesi, nonché la firma dell'”azione congiunta UE-Afghanistan per il futuro in materia di questioni migratorie” il 2 ottobre al fine di affrontare le sfide legate alla migrazione irregolare e migliorare la cooperazione pratica su rimpatri, riammissione e reintegrazione. 

c) Mantenere la vigilanza sulle altre rotte 

7. L’UE proseguirà la cooperazione con gli altri paesi e monitorerà con attenzione i flussi lungo le altre rotte migratorie, anche nel Mediterraneo occidentale, in modo da essere in grado di reagire con rapidità ad eventuali sviluppi. 

Affrontare altri elementi della strategia globale 

8. Il Consiglio europeo chiede: 

• all’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO) di fare in modo che il gruppo d’intervento in materia di asilo diventi operativo quanto prima, per sostenere in qualunque momento e con numeri sufficienti gli Stati membri in prima linea. A tal fine, gli Stati membri informeranno al più presto l’EASO degli esperti necessari e detto Ufficio integrerà gli sforzi degli Stati membri impartendo la formazione necessaria e stipulando contratti per esperti o servizi aggiuntivi in funzione delle esigenze, con il sostegno della Commissione; 

• agli Stati membri di intensificare ulteriormente gli sforzi volti ad accelerare la ricollocazione, in particolare dei minori non accompagnati, e i programmi di reinsediamento esistenti*; 

• al Consiglio di concordare prima della fine dell’anno la propria posizione sul piano per gli investimenti esterni volto a stimolare gli investimenti e la creazione di posti di lavoro nei paesi partner, con l’obiettivo di raggiungere un rapido accordo con il Parlamento europeo nel corso del primo semestre del 2017. 

9. Il Consiglio europeo chiede inoltre la prosecuzione dei lavori sulla riforma del sistema europeo comune di asilo, incluse le modalità di applicazione dei principi di responsabilità e solidarietà nel futuro. Il Consiglio europeo tornerà sulla questione a dicembre. 

* Ciò non pregiudica la posizione dell’Ungheria e della Slovacchia espressa nel procedimento dinanzi alla Corte avviato relativamente alla decisione 2015/1601 del Consiglio, né la posizione della Polonia, intervenuta a sostegno dei ricorrenti”. 

 

 

 

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