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I nuovi dati. Sono 6,2 milioni gli stranieri in Italia, il 10% della popolazione italiana

Roma, 4 dicembre 2019 – Negli ultimi 25 anni la popolazione straniera in Italia è passata da quasi 922mila residenti nel 1998 a 6,222 milioni presenti (regolari e non) al 1 gennaio 2019, su una popolazione di 60,360 milioni di residenti: in pratica circa uno “straniero” ogni dieci abitanti. Quelli provenienti da Paesi Terzi sono complessivamente 4,443 milioni.

E’ la stima fatta da Fondazione Iniziative e studi sulla multietnicità (Ismu) di Milano, che oggi ha presentato all’università cattolica di Milano il suo “XXV Rapporto sulle migrazioni”.

Rispetto al 1 gennaio 2018, l’incremento degli stranieri presenti nel nostro Paese è stato dell’1,9% (mentre tra il 2017 e il 2018 la variazione era stata del 2,5%), dovuto in gran parte alla crescita della componente irregolare (+5,4%), pari a 562mila unità, che però appare ridimensionata rispetto al 2017 (+8,6%) e al 2016 (+12,9%). Tra i presenti l’84,5% è regolarmente iscritto all’Anagrafe, il 6,5% è regolare ma non iscritto in anagrafe, mentre il 9% è privo di un valido titolo di soggiorno Sempre secondo lo studio, nell’ultimo quarto di secolo la presenza dei migranti si è consolidata, stabilizzandosi: le acquisizioni di cittadinanza dal 1998 al 2018 (incluso) hanno raggiunto un totale di 1.365.812 e per la stragrande maggioranza dei migranti residenti in Italia, l’integrazione procede silenziosamente e in modo sostanzialmente positivo, nonostante alcune zone d’ombra.

Nel 2018 sono stati rilasciati 242mila nuovi permessi di soggiorno, con una riduzione dell’8% rispetto al 2017 dovuta al calo di quelli per motivi di asilo o umanitari. Aumentano invece i permessi di soggiorno rilasciati per lavoro, studio, e famiglia, e cresce anche il peso della componente femminile che nel 2018 rappresenta oltre il 45% dei nuovi ingressi, contro il 39% del 2017. Nel 2019 si è assistito anche a un importante rallentamento degli sbarchi che, al 28 novembre scorso, sono stati 10.707. Gli estensori del rapporto, fanno notare che alla riduzione degli sbarchi non è seguita una proporzionale contrazione delle richieste di asilo, la cui percentuale dei dinieghi è passata dal 30% delle decisioni di prima istanza del 2013, all’80% nei primi sette mesi del 2019.

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