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I precari dell’immigrazione: “Senza di noi sarà paralisi”

Entro quest’anno spariranno 1300 lavoratori, tra interinali e tempi determinati. Come andranno avanti Questure e Prefetture?

Roma – 15 luglio 2010 – A fine mese scadranno gli interinali, a fine anno i lavoratori a tempo determinato. Se il governo non trova i soldi per farli lavorare ancora, i precari del ministero dell’Interno che si occupano di immigrazione perderanno tutti il posto, ma a quel punto chi si occuperà di flussi, ricongiungimenti e rinnovi dei permessi di soggiorno tra Questure e Prefetture?

Milletrecento precari
L’ultima infornata di precari è arrivata quest’anno. Il ministero dell’Interno ha reclutato seicentocinquanta interinali attraverso l’agenzia per il Lavoro Gi Group per dare una mano agli Sportelli Unici per l’immigrazione delle prefetture con più domande di regolarizzazione.  Il contratto di fornitura dice che lavoreranno complessivamente sei mesi  nel corso dell’anno, ma per lo più sono stati già utilizzati e andranno a casa il 31 luglio.

Il prossimo capodanno sarà invece il giorno nefasto per seicentocinquanta precari di lungo corso. Arrivati in buona parte come interinali nel 2003, per dare una mano con la sanatoria varata insieme alla legge Bossi-Fini, di rinnovo in rinnovo arrivarono a una pseudo stabilizzazione nel 2007, con un concorso che diede seicentocinquanta persone un contratto a tempo determinato per due anni (2008 e 2009), prorogato in extremis lo scorso dicembre per un altro anno.

Il governo: “No alla stabilizzazione”
E il 1 gennaio 2010? Per ora non si parla di rinnovi, e dal governo non arrivano aperture, nonostante le numerose interrogazioni parlamentari presentate da maggioranza e opposizione.

L’8 luglio, rispondendo alla Camera a un’interrogazione del Pd sul futuro di questi  lavoratori a tempo determinato, il sottosegretario all’Interno Nitto Palma è stato chiarissimo: “La stabilizzazione non è al momento consentita dalle esigenze di contenimento del disavanzo pubblico”. Inoltre, ha aggiunto, le “ misure di razionalizzazione e di contenimento dei costi delle pubbliche amministrazioni hanno imposto al Ministero dell’interno un’ulteriore riduzione delle dotazioni organiche del personale”.

Palma ha però gettato acqua sul fuoco rispetto alle conseguenze che i tagli di personale avrebbero sugli utenti di Questure e Sportelli Unici, tra i quali ci sono i cittadini stranieri, anche imprese e famiglie italiane. Secondo il sottosegretario, “l’attività degli uffici  non subirà né pause né soluzioni di continuità, e ciò grazie all’implementazione delle tecnologie e alle misure organizzative” adottare negli stessi uffici. In pratica, l’arrivo di nuovi computer e sistemi informatici e una migliore gestione delle risorse umane disponibili  supplirebbero alla riduzione degli organici.

“Senza di noi, gli uffici si fermeranno”
“Ma che razza di risposta è? Senza di noi chi farà funzionare quei computer?” ribatte Cristiano Ceccotti, che insieme ad Alessia Pantone presiede il “Comitato 650” in cui si sono organizzati i lavoratori a tempo determinato. Secondo Ceccotti, tra l’altro, le dotazioni tecnologiche degli uffici sono ancora carenti: “Pc lenti, fax non funzionanti e carta che manca”.

 “I lavoratori a tempo determinato, rappresentano ormai almeno l’80% del personale che si occupa di immigrazione tra Questure e Prefetture, con una professionalità ormai acquisita, senza la quale i nostri  uffici rischierebbero il collasso“ sottolinea il copresidente del Comitato 650. “I nostri colleghi a tempo indeterminato – aggiunge – non svolgono queste funzioni, e ne sono completamente a digiuno”.

“Senza questi lavoratori gli uffici si fermeranno” conferma Adelaide Benvenuto, della Cigl funzione pubblica. “Bisognerebbe stabilizzarli, hanno alle spalle anni di precariato e non sono più dei ragazzini, ma la manovra economica non fa presagire nulla di buono” fa notare la sindacalista.

Più lavoro, meno lavoratori
Intanto, mentre si tagliano i lavoratori, il lavoro tra Sportelli Unici e Questure può solo aumentare. Perchè se è vero che prima o poi  la regolarizzazione sarà conclusa, prima o poi  si dovranno anche riaprire gli ingressi di lavoratori dall’estero  e intanto le domande di ricongiungimento familiare e quelle per i rinnovi dei permessi di soggiorno cresceranno insieme al numero degli stranieri in Italia.

Dal prossimo dicembre, le prefetture dovranno gestire anche i test di italiano per chi chiede la carta di soggiorno. Poi, probabilmente all’inizio del 2011, entrerà in vigore l’accordo di integrazione, e le stesse  prefetture saranno chiamate a d organizzare i corsi di educazione civica per gli immigrati e a verificare gli obiettivi che questi raggiungono.

Con seicentocinquanta lavoratori in meno, milletrecento se si contano gli interinali, come si farà? Basteranno i nuovi computer promessi da Nitto Palma? O ci si affiderà alle solite ordinanze di protezione  civile per  altre infornate chissà quanto utili di interinali?

Elvio Pasca

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