Roma, 23 giugno 2023 – Nell’omelia durante la veglia di preghiera “Morire di speranza” tenutasi nella basilica romana di Santa Maria in Trastevere, il Cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha espresso profonde riflessioni sulla tragica realtà dei migranti che perdono la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa. Il Cardinale ha invitato l’Europa a non abituarsi all’enorme sofferenza e a considerarla come motivo e urgenza per adottare un sistema di protezione e accoglienza sicuro per tutti.
Zuppi ha sottolineato l’importanza di un sistema legale in cui solo attraverso la legalità si possa combattere l’illegalità, evitando di diventare complici del criminale lucro delle reti di trafficanti di esseri umani. Ha esortato l’Europa, come erede di coloro che hanno vissuto la guerra e hanno lottato per la libertà e la giustizia, a garantire i diritti di coloro che cercano protezione attraverso flussi umanitari, corridoi di lavoro, accesso all’istruzione, ricongiungimenti familiari e adozioni.
Il Cardinale Zuppi ha ribadito che non si può accettare che venga messa in discussione la legge del mare, un principio umanitario fondamentale per cui chiunque sia in pericolo deve essere salvato e protetto. Ha espresso l’angoscia di coloro che si trovano in mare aperto, le telefonate dei naufraghi che chiedono soccorso, sottolineando che dimenticare queste persone sarebbe un doppio tradimento della vita stessa.
Nella sua omelia, Zuppi ha evidenziato la necessità di ricordare e difendere la vita di ogni persona, sottolineando che ognuna è preziosa e un mondo da salvare. Ha espresso gratitudine per coloro che sono sopravvissuti, ma ha anche ricordato il dolore di coloro che hanno perso amici, familiari e cari nel corso di viaggi pericolosi verso l’Europa. Ha sottolineato che tutti siamo salvati dalla tempesta del mare e dalle onde della guerra che inghiottono le persone nel loro flusso di morte.
Il Cardinale Zuppi ha concluso ricordando nomi specifici, come quelli di Osama, Shawq Muhammad e altri migranti che hanno perso la vita a causa del capovolgimento di un barcone davanti a Kalamata, in Grecia. Ha chiamato alla memoria tutte le vittime dei viaggi migratori e ha sottolineato l’importanza di dare un volto e un nome a coloro che non sono stati salvati.