Roma, 26 novembre 2024 – Il Tribunale di Bologna ha avanzato una questione di legittimità costituzionale sul riconoscimento della cittadinanza italiana basato esclusivamente sul principio dello ius sanguinis, ovvero il diritto di cittadinanza per discendenza. La decisione, annunciata con un’ordinanza depositata oggi, è stata comunicata dal presidente del Tribunale, Pasquale Liccardo, e pone un interrogativo cruciale: è giusto concedere la cittadinanza italiana a persone che non hanno alcun legame culturale, linguistico o tradizionale con il Paese, solo per la presenza di un antenato italiano, spesso risalente a molte generazioni addietro?
Il caso dei cittadini brasiliani
L’ordinanza è scaturita da un caso specifico riguardante 12 cittadini brasiliani, che hanno richiesto la cittadinanza italiana basandosi sulla discendenza da un’antenata italiana nata nel 1876 e emigrata in Brasile. Questa rivendicazione, come molte altre simili, si fonda sull’assenza di limiti temporali nella normativa italiana relativa allo ius sanguinis, una caratteristica che rende l’Italia un caso unico nel panorama internazionale.
I principi costituzionali sotto esame
Il Tribunale ha chiesto alla Corte Costituzionale di valutare la compatibilità di questa norma con i principi fondamentali della Costituzione italiana, tra cui il concetto di popolo, il principio di ragionevolezza e gli obblighi internazionali assunti dall’Italia, specialmente nel contesto dell’Unione Europea. Liccardo ha sottolineato che, secondo le stime, nel mondo esistono decine di milioni di discendenti di italiani, una potenziale platea di richiedenti che solleva interrogativi sulla sostenibilità e sull’equità di questa disposizione.
L’allarme della Farnesina
Non è la prima volta che il tema suscita preoccupazioni. Già lo scorso anno, il Ministero degli Esteri aveva lanciato un monito sulle possibili implicazioni di milioni di richieste di cittadinanza provenienti dal Sud America, una regione con una forte presenza di oriundi italiani.
Un possibile cambio di paradigma?
La decisione della Corte Costituzionale potrebbe segnare una svolta significativa nella gestione della cittadinanza italiana, aprendo la strada a una revisione normativa che tenga conto non solo della discendenza, ma anche di criteri legati a un effettivo legame con il Paese. Una sfida che coinvolge il delicato equilibrio tra la valorizzazione del patrimonio storico e culturale italiano e l’esigenza di garantire la coerenza e la sostenibilità del sistema giuridico.
La questione ora è nelle mani della Consulta, che dovrà affrontare un tema complesso e di rilevanza internazionale.